Cara Carolina, come tu sai io e papà eravamo, mi correggo, siamo, ottimi amici. Lo diventammo il giorno in cui bocciò la proposta di una enciclopedia di economia da me diretta, sostenuta appassionatamente da Luca Formenton. Con sua sorpresa lo ringraziai. Venivo fuori da tre anni stressanti per aver diretto una enciclopedia di management e altri tre anni di quella vita erano veramente troppo. Nell’ufficio di Luca lui sentì che lo ringraziavo, ne fu sorpreso e mi invitò a prendere un caffè da lui. Fu così che diventammo amici. Amici di cultura.
Tu lo sai perché quando eri ragazzina, ci conoscemmo a casa tua per un dinner e tu fosti così affettuosa con mia moglie e con me, chiaro segno di una bellissima educazione data da mamma Sonia e da papà Franz. Dopo pochi giorni al tuo compleanno, io con l’aiuto di una illustrazione magnifica fatta da Sacha, che Francesca conosce, scrissi per te una favola. E ne feci un’altra per il primo giorno di scuola. A te e a papà, allora AD di Mondadori, piacquero tanto che lui mi scrisse, seriamente, «Umberto, da AD di Mondadori, ti invito a lasciare stare l’economia e usare la fantasia per scrivere racconti». Io gli risposi citando il grande Raffaele Mattioli: non ci sono prodotti più fantasiosi dei bilanci! Io non mi occupavo di quelli, ma l’economia - quella vera - ben lungi da essere un paradigma di numeri, era ed è un terreno formidabile per la fantasia. Quella costruttiva, s’intende. Non seguii dunque il suo consiglio.
Ma mi parlò di te quando cominciasti a studiare il cinese, quando andasti in Inghilterra, eccetera eccetera. Per questo motivo, e per la grande simpatia che ho per te, come ho peraltro per la tua bravissima sorella Francesca, desidero scrivere qualcosa di particolare su tuo padre.
In questi giorni leggerete le mirabilie di un manager per me classificabile fra i migliori che l’Italia abbia mai avuto. Ma c’è una dimensione di Franco che io ho conosciuto, apprezzato che voglio rivelare a te come a Francesca. Il sogno mai rivelato di tuo padre era fare il professore!
Era tenuto così bene nascosto che non lo rivelava neppure a se stesso. Ma io lo avevo capito.
Un giorno lo invitai a Ljubiana dove l’ONU mi aveva invitato a tenere un corso di management per ragazzi africani. Ragazzi e ragazze stupende. Come si fa ad essere razzisti con gli africani, bisogna essere minus habens. Stette un giorno intero. Era stato nominato AD di Enel quel giorno, ma lui venne a Lubiana. Venne gratis.
Tempo dopo lo invitai a Los Angeles all’UCLA e ai professori di una della migliori università di management fece una lezione magistrale. Il costo del viaggio lo pagò Fininvest , ma al faculty club fece una propaganda tale a Mediaset e a Berlusconi che trasformò tutti in fans del Cavaliere!!! La sua passione per l’insegnamento la dimostrò quando AD di Enel lanciò con l’UCLA il primo corso per top manager in formato misto - presenza e on line - su una piattaforma, Aspasia, fatta da Sacha che tua sorella Francesca conosce bene, che lui apprezzò moltissimo. Se fosse rimasto all’ENEL avremmo messo in piedi una operazione culturale spettacolare. Mai vista in Italia. Vendere quel magnifico corso a prezzo bassissimo sulle bollette Enel, per tutti i figli degli utenti Enel! Sfortunatamente non fu rinnovato e pur essendo Scaroni mio amico di studio alla Columbia lasciai cadere l’iniziativa. Probabilmente sbagliai, ma era stata una idea nostra di cultura e di insegnamento.
Credimi se ti dico che sotto la scorza di manager duro e funzionale, si celava un grande Professore con l’autentica passione dell’insegnare. Come si vede anche nel suo libro Autunno tedesco che ha il piglio e la struttura di un libro di corso e che io ho tradotto in inglese per gli studenti UCLA. Per questo ogni qualvolta veniva un professore da Los Angeles lo invitavo a cena con Sonia.
Noi andavamo spessissimo a pranzo insieme. Al ristorante Mondadori ero un habitué. Feci una personale battaglia perché a Mediaset prendesse Santoro - che apprezzavo e apprezzo tantissimo. Lui mi diceva, sei il tipico professore che non si occupa di costi. E tu sei un professore prestato al management. Prendilo, gli dicevo.
A Gualdo Tadino feci nascere un centro multimediale nel castello di Federico II, sfrattato da una imbelle presidente della regione implicata poi in vicende oscure finanziarie. Lui fece lezioni spettacolari. I ragazzi mi chiedevano sempre di lui. Ti posso assicurare che dove faceva lezioni, lasciava il segno, studenti e professori. Il chairman dell’UCLA, a pranzo da lui all’Enel, mi chiese di fargli la proposta di insegnare un corso. Lui rise.
A cena a casa mia con Celli, ex direttore Rai, poi presidente della LUISS, dissi che la missione di Franz era insegnare. E lui disse la classica battuta, chi sa, fa, chi non sa fare, insegna.
Cara Carolina, cara Francesca, vostro padre era un manager straordinario, ma aveva una dimensione speciale che ci rese veramente amici. Ricordatelo per quello che veramente era: un grandissimo professore.