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Ma non dobbiamo essere per forza «zerbini» degli Usa

 
Enzo Augusto

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Enzo Augusto

Ma non dobbiamo essere per forza «zerbini» degli Usa

Basterebbe avere un atteggiamento meno servile, come Macron ad esempio, anzi aiutando Macron nei suoi tentativi di mediazione

Mercoledì 01 Giugno 2022, 14:28

Uno spettro si aggira nelle redazioni dei giornali, nei talkshow, nelle discussioni e chiacchiere, in salotti e pizzerie. È quello che Gianrico Carofiglio chiama «l’argomento fantoccio». Si attribuisce all’interlocutore una tesi di comodo che poi, agevolmente, si attacca e demolisce. Un po’ la maschera dialettale meneghina di Tecoppa, cara a Gianni Brera, il quale Tecoppa pretendeva che, in duello, l’avversario stesse fermo per poterlo infilzare meglio. Nel caso specifico l’argomento fantoccio è la taccia di filoputinismo nei confronti di chi si azzarda ad imbastire un ragionamento dialettico che superi il tifo da stadio sulla conta di generali russi morti sul campo e delle navi da guerra affondate, in una battaglia navale che ci riporta ai banchi di scuola. Ragionamenti senza elmetti, per intenderci.

Quindi chiariamo. Nessuna persona di buon senso, tantomeno di sinistra, può dichiararsi filoputiniano senza cadere nel ridicolo. Putin, che non è pazzo, né criminale di guerra, né malato terminale, né in procinto di essere spodestato da improbabili congiure di palazzo, è un individuo odioso e repellente sul piano umano, che gestisce un regime tirannico e antidemocratico; amico e protettore di potenti e oligarchi, assolutamente indifferente ai bisogni del popolo. Dittatore e anticomunista, oltre che aggressore di uno Stato più debole, aldilà delle ragioni e delle giustificazioni che ritenesse di avere. Basta questo autodafé ad allontanare la taccia di filoputinismo? Ovviamente, sul piano personale, sarei lieto se in Russia, al suo posto, ci fosse un leader liberale, ma non mi faccio troppe illusioni. In Russia non c’è mai stato un regime democratico, tranne negli anni di Eltsin, e sarebbe meglio se non ci fosse stato. In quegli anni la Russia è stata depredata e svenduta da un capo di Stato alcolizzato a una banda di malfattori. Ed oggi l’opposizione non la fa il popolo, ma gli oligarchi in disgrazia. Non c’è da essere ottimisti. C’è da prenderne atto. Di filoputiniani in Italia ci sono quelli che hanno preso i rubli, e Berlusconi, compagno di merenda e di lettone.

A questo punto, e con queste premesse, mi sembra lecito però non avere necessariamente una posizione filoatlantica da zerbino (lacché dell’imperialismo Usa, tuonava radio Tirana, per chi se ne ricorda). Basterebbe avere un atteggiamento meno servile, come Macron ad esempio, anzi aiutando Macron nei suoi tentativi di mediazione. Come Craxi a Sigonella e lo stesso Andreotti nella politica estera verso il Medio Oriente. Porsi delle domande. Siamo sicuri che le sanzioni non facciano più male all’Italia che alla Russia? A chi giova questa guerra? Chi non vuole la pace?

Tutti, almeno io, amiamo gli Stati Uniti, la sua cultura, la sua letteratura, il suo cinema, la sua musica, P. Roth, S. Bellow, D.F. Wallace, Bob Dylan e Bruce Springsteen, il jazz e il rock’n’roll, Hollywood e il cinema indipendente etc etc etc… Ma la sua politica estera spesso ha lasciato a desiderare, per usare un eufemismo. Vietnam, Iraq, Afghanistan, Pinochet e i colpi di Stato in America latina e Medio Oriente. Embargo a Cuba da sessant’anni. Insomma non rose e fiori. Aggressioni e invasioni con il piglio da gendarme del mondo. I giornali titolano «Biden avverte la Cina - pronti a difendere Taiwan». Credo che Biden farebbe meglio a rilassarsi. Non è che deve occuparsi di tutto il mondo. O crede di essere Dio? E credo che massacri e distruzioni gli Stati Uniti ne abbiano fatti peggio della Russia in Ucraina. Eppure nessuno ha dato del pazzo o criminale di guerra a presidenti Usa pure del partito democratico. E la Nato, la sua politica espansiva? Tutto bene anche questo? Ricordo quando protestavamo contro l’ingresso dell’Italia nell’Alleanza e ho sempre ritenuto una caduta di stile (forse umorale o dettata da eventi personali) l’affermazione - che è diventata una mantra - di Berlinguer (eretico della via italiana al comunismo – quella da Gramsci a Togliatti, una via socialdemocratica, nella lucida analisi di Luciano Canfora - e, come tutti gli eretici, dotato di fascino e molto amato) di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello di un Alleanza finanziata al 70% ed egemonizzata al 100% dagli Usa che quindi pretendono di decidere in via esclusiva la politica estera europea e un nuovo assetto geopolitico.

Oggi ha ancora senso? Ce lo siamo chiesto? Se ci aggredisse la Russia (e perché dovrebbe?) la Nato ci aiuterebbe a fare come l’Ucraina? Ad essere rasa al suolo? Al netto quindi della condanna di Putin e del sacrosanto diritto dell’Ucraina a difendersi qualche riflessione andrebbe fatta. Oppure, se è vietato o inopportuno, non resta che affidarci a Papa Francesco, che forse è rimasto l’unico ad avere a cuore la pace e la sorte dei popoli, degli uomini, dei deboli, dei poveri, di qualsiasi etnia o colore. E così sia.

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