In Puglia e Basilicata
L'iniziativa
20 Maggio 2022
Antonella Fanizzi
BARI - Riutilizzo delle acque reflue affinate per produrre foraggio idroponico, utile a nutrire il bestiame. Il progetto di ricerca portato avanti dal Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Bari non ha precedenti né in Italia né in Europa. Può essere dunque considerato un’altra eccellenza tutta pugliese in grado di smentire, insieme ad altre iniziative nei settori dell’innovazione, le presunte arretratezza e pigrizia, attribuite con troppa facilità al Sud. In cabina di regia l’ideatore Luigi Ceci, docente di Veterinaria oggi in pensione, nominato a titolo gratuito esperto scientifico, e la professoressa Grazia Carelli, coordinatrice del progetto.
Professor Ceci, perché questa sperimentazione merita attenzione?
«È un programma che fa bene all’ambiente e che risolve il problema atavico della siccità in Puglia. La tecnica delle coltivazioni fuori-suolo è applicata da tempo per gli ortaggi. Siamo però i primi a produrre foraggio utilizzando le acque che provengono dal depuratore, un tema, quello del riciclo, che ha rilevanza mondiale. Nelle campagne fra Noci e Gioia del Colle abbiamo piazzato un container in grado di far crescere con l’acqua 500 chilogrammi di foraggio al giorno, lo stesso quantitativo che è possibile ricavare da un appezzamento di 10-15 ettari».
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