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Dall'acciaio agli alveari: a Castellaneta cassaintegrato Ilva risorge con l'apicoltura

 
Angelo Loreto

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Angelo Loreto

Dall'acciaio agli alveari: a Castellaneta cassaintegrato Ilva risorge con l'apicoltura

L'esempio di coraggio di Agostino Lamanna che si è reinventato e grazie a un corso oggi produce miele

Sabato 19 Febbraio 2022, 14:56

È una storia di riscatto e coraggio. E anche un esempio per quanti, sempre più spesso, si ritrovano a vivere situazioni simili. È la storia di chi, a 40 anni appena compiuti, ha perso il proprio lavoro. Ritrovandosi di conseguenza di fronte a un bivio: disperarsi o rialzarsi. Scegliendo la seconda strada, «in cinque minuti», come gli piace dire. Affidandosi alla propria passione per trasformarla in un nuovo lavoro.

Agostino Lamanna è un apicoltore di Castellaneta. Lo è da un paio di anni. Prima era un operaio Ilva. Ma per capire la sua storia, fin qui riassunta agli estremi, è necessario fare due passi indietro. Il primo al 2008. «Fin da allora – racconta alla “Gazzetta” – io e tanti colleghi abbiamo vissuto sotto la cappa della cassa integrazione. Siamo arrivati a fare una settimana a lavoro e tre a casa. Sono sempre stato appassionato di elettronica, all’Ilva ero nel laboratorio tecnologico, mi piaceva. Ma in questa situazione era pesante e spesso mi ritrovavo a pensare di voler cambiare lavoro. Poi, nel 2018, tramite una mail mi comunicano che, insieme a tanti altri, non sarei rientrato tra i dipendenti assorbiti da Arcelor Mittal».

Qui il secondo passo indietro. Più recente, al 2015. «Sono sempre stato un appassionato di natura, e quasi per caso un amico di Massafra mi segnala un corso di apicoltura a Castellaneta Marina organizzato dall’associazione degli apicoltori pugliesi. All’inizio non lo volevo fare, ma lui ha insistito. Così vi ho partecipato e dopo la prima ora ero già innamorato delle api. Capire il mondo degli insetti è stata per me una svolta, così l’ho trasformata in una passione».

Tre anni di passione, quando a rivoluzionare la propria vita arriva quella mail dall’Ilva. Agostino lo racconta come se fosse accaduto ieri: «Nei primi quattro minuti sono rimasto congelato. Ma forse era arrivata la risposta alla domanda dei 40 anni: cosa farò nella vita? Allora mi sono risposto: vediamo se riesco a vivere con semplicità in un mondo dove tutti corrono. E dopo cinque minuti ho fatto la scelta di diventare apicoltore per compensare l’infelicità nel rapporto che provavo con l’Ilva».
Agostino allora si lancia. Corsi di formazione tecnici con apicoltori di altre regioni, acquisto di arnie, perfezionamento continuo e sempre più specifico. Produce polline, propoli e cera d’api, ovviamente miele. Ma sono la pappa reale e l’allevamento delle api regina gli aspetti principali della sua attività. Tutto viene fatto all’insegna del biologico. «Ho la fortuna di collaborare con aziende che operano senza alcun tipo di pesticidi, in modo da poter disporre gruppi di arnie in diversi punti del territorio, come un bosco tra Castellaneta e Gioia o, per il miele d’agrumi, a Massafra e Palagiano. E sto iniziando a fare prove sul miele di castagno ai piedi del Pollino».

La sua produzione è sotto il marchio Apicoltura Biologica Dolcemiele, la vendita avviene a domicilio, ma è presente anche in alcune attività commerciali di Castellaneta. Il Covid ha rallentato l’apertura di un punto vendita che però è solo rimandata. Avrà anche un piccolo parco per ospitare i visitatori.
Ma cosa hanno pensato i famigliari della scelta di Agostino? «Mia moglie mi ha subito detto che mi avrebbe supportato. I miei bambini, che amano la natura, sono stati contentissimi. E ora ho riscoperto spazi famigliari che prima non avevo a causa di una vita da automa. Ma chi mi ha sorpreso è stato mio padre. Nato operaio, è stato operaio una vita. Mi sarei aspettato un “lascia perdere”, e invece mi ha detto “da quando sei entrato in Ilva non ho mai voluto che facessi questo, quindi qualsiasi cosa decidi io sono contento”». Riscatto e coraggio. E preziosa fiducia.

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