Le parole note sono quelle che si ascolteranno lunedì sera (inizio alle 21) nel Teatro Petruzzelli, a cura della Camerata Musicale Barese, con Giancarlo Giannini guest star accanto al Quartetto di Marco Zurzolo, sassofonista, jazzista e musicista napoletano. Parole e Note in concerto quindi, correttamente definibili in una sintesi di poesia, testi teatrali e variazioni musicali nelle improvvisazioni di Marco Zurzolo.
A Giancarlo Giannini, alla cui voce impareggiabile sono affidati i testi, le liriche, i personaggi e le suggestioni della serata, alcune domande sul connubio teatro-musica.
Senta Giannini, ma fra le parole e le note, fra il teatro (quindi l’ attore) e la musica che sta al suo fianco, qual è (se c’è) la promogenitore, il primato eventuale?
«Non c’è, e non può, né deve esserci, gara o competizione fra la parola detta/recitata e la musica: la parola recitata, il testo poetico o teatrale detto dall’attore, è fatto intanto di un suo ritmo, di una musicalità interna e segreta, che l’attore con la sua sensibiltà deve essere in grado di “suonare” come fosse uno strumento. Qui nel caso delle Parole e note, una serata-concerto che spesso io e i miei collaboratori muscisti proponiamo al pubblico, sempre con grande riscontro e successo devo dire, si crea un’osmosi feconda fra i linguaggi della parola e della musica. È come un gioco felice e fecondamente sempre più stimolante».
Qual è il tema, il filo conduttore poetico e letterario, nella sequenza di testi e autori che lei interpreta in palcosenico?
«Il leit motiv della serata e dei brani che propongo, è la donna, anzi le donne, quali punto d’arrivo e insieme di partenza di suggestioni, ardori, tenerezze, dolcezze, passioni e dolori. Dalla “donna angelicata”, dalla Beatrice di Dante Alighieri e del Dolce Stil Novo (quella che Tanto cara e tanto onesta pare) giù giù fino alle più carnali donne di Pablo Neruda, con il loro corpo esibito-desiderato o alle poesie amorose del madrileno Pedro Salinas. Senza dimenticare nel frattempo i tremori di un Giacomo Leopardi per le sue donne, più che altro vagheggiate, a cominciare dalla povera Silvia. Insomma un percorso poetico-amoroso che non trascura per altro il versante del teatro, comprendendo anche alcuni brani immortali, come quelli di Shakespeare dall’Amleto o dal Giulio Cesare. Una sequenza, appunto musicale, con scambi fra la letteratura e l’alta poesia e con un continuo gioco del teatro e della musica. Spesso durante la serata–concerto mi diverto addirittura a interloquire con il Quartet di Zurzolo, o con lo stesso pubblico in sala».
La donna, le donne. Ma c’è una donna in particolare alla quale poter dedicare Le parole note?
«Non ci casco, caro lei! - se la ride Giancarlo Giannini -. Tutto è dedicato al ricordo, al ricordo di tante donne, di tutte le donne, immerse in un passato lontano-vicino che si confonde nella nebbia voluttuosa della memoria, nella melodia delle parole dei poeti, nelle note della musica».