Mercoledì 05 Novembre 2025 | 16:08

Giorgio De Trizio e il Bari che cresce: «A La Spezia per svoltare»

Giorgio De Trizio e il Bari che cresce: «A La Spezia per svoltare»

 
antonello raimondo

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antonello raimondo

Giorgio De Trizio e il Bari che cresce: «A La Spezia per svoltare»

De Trizio resta un osservatore attentissimo delle vicende di casa Bari. Lui sì che conosce benissimo il «peso» di una maglia che in serie B ha pochissimi competitors

Mercoledì 05 Novembre 2025, 13:25

I conti non tornano in casa Bari. Su questo non c’è dubbio nonostante le tre vittorie consecutive al «San Nicola». Troppo scarna l’offerta biancorossa, sotto tutti i punti di vista. Squadra che produce pochissimo in fase offensiva (per fortuna c’è un’altissima percentuale realizzativa a fare da contraltare), che in mezzo al campo fatica a gestire le due fasi (costruzione di gioco e soprattutto non possesso) e che in difesa continua a fare i conti con errori da matita blu, individuali e di reparto. Motivo per cui... dodici punti all’attivo, e una partita in meno (rinviata la sfida a Castellammare di Stabia), rappresentano un bottino di inestimabile valore. Ben oltre i meriti di un rendimento finora scadente.

Giorgio De Trizio resta un osservatore attentissimo delle vicende di casa Bari. Lui sì che conosce benissimo il «peso» di una maglia che in serie B ha pochissimi competitors. E la complessità di una piazza che vive di passioni ed ambizione massima. «Non è stato un avvio di stagione pari alle attese di una tifoseria come quella del Bari - spiega De Trizio, una delle icone del calcio biancorosso - nonostante in estate un po’ tutti fossero convinti che la società avesse operato nel modo giusto sul mercato. È il bello, in fondo. Esiste l’imponderabile e non ci sono mai certezze quando si parla di costruzione di una rosa. Difficile stabilire cosa non stia funzionando o cosa sia stato fatto male in estate. Anche io speravo di ammirare un Bari diverso. Certo, quando cambi ogni anno l’ossatura del gruppo sa che corri qualche rischio in più. Servirebbe una programmazione all’altezza. Ma, per fortuna, in B la stagione è lunghissima e c’è sempre tempo per rimettersi in carreggiata. A patto di non buttare via ulteriore tempo per crescere e trovare la quadratura del cerchio sul piano tecnico-tattico».

«Le tre vittorie consecutive in casa non possono rappresentare un dettaglio nonostante vengano posti legittimi dubbi sulla qualità delle prestazioni - aggiunge De Trizio, protagonista di uno storico “Bari dei baresi”, all’alba degli anni Ottanta - quando la classifica segna rosso fisso e il fattore mentale perde colpi solo i risultati hanno il potere di tenere l’ambiente in una sorta di equilibrio. Di cosa parleremmo, oggi, se il Bari avesse raccolto la metà dei 10 punti messi insieme contro Entella, Padova, Mantova e Cesena? Poi, ovvio, ci sta guardare le cose con attenzione e parlare di cosa non sta funzionando. La fase difensiva ha rappresentato una delle criticità più evidenti. Ma penso che Caserta sia vicino alla soluzione del problema. Penso alle due partite consecutive senza subire gol ma anche a un livello di attenzione più alto. Ora vediamo un Bari più compatto, che sceglie di aspettare l’avversario cercando, poi, il modo per colpire. D’altronde, i biancorossi hanno in rosa calciatori in grado di incidere in zona realizzativa. Tutti parliamo spesso di Castrovilli, uno che in serie B rappresenta un lusso. Ma non è il solo. Gytkjaer non è ancora al top e nonostante una condizione imperfetta ha già segnato due gol decisivi, a Chiavari e domenica contro il Cesena. Serve di più, evidentemente. E lo sa bene pure Caserta che3 questo rendimento non può bastare se ti chiami Bari e hai il dovere di lottare nelle zona alte della classifica».

«A La Spezia potrebbe essere la partita della svolta - conclude De Trizio, ancora oggi tifosissimo dei Galletti - i liguri hanno cambiato allenatore e non sembrano in gradi rialzarsi in tempi brevi. Il Bari arriva a questa sfida con il vento in poppa e deve approfittare degli affanni avversari. La zona playoff non è lontanissima. Certo, in trasferta bisogna cambiare passo. Un punto è bottino troppo misero per chi vuole invertire la tendenza e essere ambizioso».

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