Un candidato (poi eletto) alle elezioni comunali di Modugno e quindi nominato assessore alle Attività produttive, Antonio Lopez, 30 anni, avrebbe chiesto aiuto ad esponenti di spicco del clan Parisi di Bari. E' per questo che oggi 5 novembre i militari della Guardia di Finanza di Bari insieme ai collegi dello Scico lo hanno portato in carcere insieme ad altre cinque persone su richiesta del pm della Dda Fabio Buquicchio. Ai sei sono contestate le accuse - a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità - di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Nel fascicolo è indagato a piede libero, tra gli altri, anche il sindaco in carica Nicola Bonasia, sostenuto da liste civiche di varia estrazione.
Per scalare la politica locale, secondo l’accusa, Lopez avrebbe acquistato voti da esponenti dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso, e in occasione del ballottaggio avrebbe «fatto da tramite» per procacciare voti al candidato sindaco Nicola Bonasia, poi eletto, in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l’assunzione di un affiliato al clan che si era impegnato personalmente a procurare le preferenze. Lopez, 30 anni, imprenditore della termoidraulica eletto a Modugno con la lista civica «Modugno per le imprese e il commercio» con 195 voti, è esponente della Dc. Lopez è candidato alle elezioni regionali del 23 e 24 novembre con la lista di Forza Italia.
Altre cinque persone (tra cui lo stesso Lopez) sono poi indagate per un vero e proprio «summit» che si sarebbe svolto nell’abitazione di uno dei vertici del clan Parisi per accordarsi in vista delle Europee 2024. L’accordo avrebbe visto l’impegno di trovare voti per un candidato (risultato in questo caso estraneo ai fatti) in cambio di denaro agli esponenti dell'organizzazione mafiosa.
Dalle indagini è poi emerso – sempre secondo l’ipotesi di accusa – che un imprenditore agricolo foggiano si sarebbe rivolto allo stesso esponente dei Parisi per recuperare (o tentare di recuperare) i propri crediti da altri imprenditori agricoli, minacciando le vittime di «tagliare» il loro raccolto e riconoscendo poi metà di quanto riscosso all’esponente del clan. L’imprenditore, l’uomo dei Parisi e un terzo pluripregiudicato sono accusati anche di detenzione e porto illegale di armi.
(in aggiornamento)
















