Un ritorno alla base ed un tuffo al passato. È quello che oggi pomeriggio attende Alberto Bergossi, forlivese di nascita e barese di adozione che questo pomeriggio - alle 17,30 - parteciperà alla presentazione del film «Uelì Uelà» sul palco del teatro Petruzzelli. Una narrazione dedicata alla promozione in serie A del Bari nella stagione 1984/85 di cui l’attuale dirigente romagnolo fu protagonista insieme a vecchie glorie biancorosse come Totò Lopez, Alberto Cavasin e Gigi Imparato. Un docufilm ispirato alla canzone di Nicola Pignataro.
Bergossi domani sarà allo stadio per assistere a Bari-Cesena, avendo la possibilità di incontrare altre bandiere della storia bianco rossa tra cui l’attuale telecronista Dazn Antonio Di Gennaro. Due mondi che si incrociano in vista del match dei Galletti contro i bianconeri dell’ex barese Mignani.
«Manco allo stadio di Bari da oltre cinque anni - dice Bergossi -. Al San Nicola non ci ho mai giocato. Vado spesso a vedere le partite del Cesena. Al Bari sono più affezionato. Il Cesena è una squadra che ha cambiato qualcosa dallo scorso anno. L’idea tattica resta quella del 3-5-2. Dentro ci sono l’esperienza di Bisoli, ancora atteso, e di Castagnetti. La difesa è affidabile. Klinsmann è il miglior portiere della B. Davanti, Shpendi è destinato alla doppia cifra. Sta tornando quello dell’anno scorso. Berti ha prospettiva. La mano di Mignani si vede. È un tecnico preparato ed equilibrato. Serio e concreto, a Cesena ha creato un gruppo molto valido e a lui legato. Ognuno sa bene cosa fare in campo. In questo momento, il modulo del Cesena è più collaudato rispetto al Bari che ha cambiato giocatori e mister. La situazione ambientale non aiuta. Penso, tuttavia, che ci sia il tempo per recuperare».
«In B regna l’equilibrio. Bastano alcuni episodi per indirizzare il risultato. Il Bari dovrà stare attento al contropiede cesenate. Non ci si deve esporsi, lasciando campo aperto a giocatori veloci e bravi ad inserirsi negli spazi e sulle fasce. Credo che Caserta abbia le contromosse. Mi aspettavo qualcosa in più in questo inizio - continua Bergossi -. Presi singolarmente, i giocatori biancorossi non sono affatto male. Bisogna trovare il modulo giusto per loro. Questo dipende da Caserta. È stata allestita una squadra di bravi giocatori. In questo momento, non rendono ma non perché siano dei bidoni o il mister sia un incapace. Cambiare spesso modulo non fa bene, però è una via per trovare il bandolo della matassa. Il clima esterno non credo aiuti in questo. La tensione fa rendere meno, anche sul piano mentale. Crocevia per Caserta? Sono contrario a cambiare allenatore dopo poche partite. Gli darei fiducia, in passato ha ottenuto buoni risultati. Sa fare il suo lavoro. Merita tempo, anche perché la piazza è difficile. Ai tifosi, a cui voglio tanto bene, mi sento di suggerire di non far mancare mai l’incitamento alla squadra».
Argomento caldo, sul quale si concentra anche Antonio Di Gennaro: «Vanno in duemila a Modena, settecento a Reggio Emilia. Ognuno è libero di andare allo stadio, contestare o meno. Sono sfiduciati in tutto. Me compreso. All’inizio ci si divertiva. Poi, la squadra si è spenta. I giocatori vanno in campo e conoscono bene la situazione quando arrivano a Bari. Mi riferisco alla multiproprietà. Devono lottare per puntare almeno ai playoff». «Nelle due partite iniziali con Venezia e Monza si è visto qualcosa sul piano del gioco - ribadisce -. Poi, è arrivato lo smarrimento. Non credo ai ritiri. Col Mantova si è rimasti allo stesso punto di prima. Devono mettersi in testa che la classifica è difficile e serve giocare con uno spirito diverso. Imporsi in partite sporche. Serve solo fare punti. Tutti devono dare qualcosa in più, senza che la multiproprietà continui ad essere un alibi. Ci sarà sino al 2028, ma questo non vuol dire giocare senza provare almeno ad andare ai playoff. Siamo a Bari...».
«Ci si può difendere anche in blocco, purché si faccia risultato. Altrimenti la classifica diventa pericolosa. Il blocco è più mentale. Caserta cambia moduli e giocatori. Va a caccia di una identità. È sulla corda, soprattutto ora che la giostra non gira. Mi sembra, però, che lo spogliatoio sia con lui. Bisogna dimostrarlo in campo. Anche la condizione fisica manca. Prima della prossima sosta, mi auguro ci sia una svolta anche sul piano atletico. Non si regge per 95’». «Il Cesena è forte - conclude Di Gennaro - e se non pressi e difendi bene, vai sotto. Tornano i Castagnetti, Blesa, Ciervo. Zaro difensore centrale. Ha esterni che vanno. A campo aperto, il Bari potrà andare in difficoltà. Punterei su Moncini, Dickmann e Dorval. In mezzo, bisogna fare filtro e giocare in verticale. Battere il Cesena può significare la svolta».
















