BARI - Magari non la si può chiamare crisi, di certo è almeno una netta frenata. Il 2025 del Bari finora ha smontato le premesse incoraggianti costruite nella prima parte della stagione. Pur senza ottenere un rendimento clamoroso e con qualche inevitabile battuta d’arresto, la formazione biancorossa sembrava comunque solida, applicata, propensa ad un gioco a tratti piacevole. La convincente affermazione sullo Spezia a fine dicembre sembrava la base promettente da migliorare con un mercato azzeccato. Invece, malgrado l’arrivo di elementi sulla carta in grado di alzare il livello (Bonfanti, Gaston Pereiro e Maggiore), i Galletti non soltanto non sono decollati, ma hanno rallentato il passo fino a finire fuori dalla zona playoff che occupavano da fine settembre.
ANDAMENTO LENTO - La formazione di Moreno Longo ha collezionato 16 punti nelle dodici giornate disputate nel girone di ritorno (con tre successi, sette pareggi, due sconfitte), ma la media scende se si considerano i tre mesi dell’anno solare: 13 punti negli ultimi undici turni, con appena due affermazioni. Volendo vedere uno spiraglio di luce, il cammino dell’andata è stato persino peggiore, con 14 punti in 12 gare (due successi, otto pari, due ko), sebbene nei successivi tre impegni arrivarono tre colpi pieni e un altro pareggio che issarono i pugliesi al quarto posto, ovvero il punto più alto toccato nel corso del campionato. Tuttavia, i frangenti erano diversi: perché nella prima parte del torneo, Lasagna e compagni accampavano rimpianti per le occasioni non sfruttate, mentre ora la produzione offensiva stenta, come dimostrano i soli sei gol realizzati negli ultimi sette impegni o, allargando lo sguardo all’intero girone di ritorno, le sole tre circostanze in cui la squadra abbia realizzato più di una rete all’interno dei 90’. Malgrado con la campagna acquisti invernale siano cresciute le alternative nel reparto avanzato, il Bari conta il sestultimo attacco della B, con appena 33 gol all’attivo.
Logica conseguenza è lo striminzito numero di vittorie: appena otto, soltanto le ultime cinque in classifica (Mantova, Reggiana, Sampdoria, Salernitana e Cosenza) hanno gioito meno. I biancorossi si sono mantenuti lontani dai guai e possono ancora ambire ai playoff grazie ad una costanza nei risultati (solo sette gli stop) garantita dall’altissimo numero di pareggi (16 come il Catanzaro) che costituisce un record per l’attuale stagione di B. Ma quando il torneo entra nella fase decisiva, il passettino alla volta non basta più: non a caso, Vicari e soci sono usciti dal perimetro che porta agli spareggi promozione.
BATTUTE SOLO SEI SQUADRE E QUELLE RIMONTE… Un altro particolare va sottolineato. Il Bari ha vinto effettivamente otto incontri, ma ha battuto soltanto sei avversari: Mantova e Frosinone, infatti, sono state superate sia all’andata, sia al ritorno, mentre le altre “vittime” sono Salernitana, Cittadella Cesena e Spezia. Un dato che testimonia le difficoltà nel confronto secco di un gruppo che non è ancora riuscito a ritagliarsi una netta superiorità nell’economia cadetta. Non solo: se si considerano le prime otto in classifica, i biancorossi hanno sconfitto soltanto lo Spezia. Per il resto, hanno impattato due volte con Sassuolo e Cremonese, pareggiato con il Catanzaro all’andata ed il Cesena al ritorno, perso i due confronti con la Juve Stabia, nonché il primo round con Pisa e Palermo che andranno nuovamente affrontate in questo rush finale. Una tendenza pericolosa in vista dei due scontri diretti ravvicinati con Catanzaro e Palermo che rappresentano lo snodo decisivo per le speranze playoff. Domenica in Calabria, venerdì 11 in notturna la sfida contro i siciliani.
In più, continua ad affiorare puntualmente la sindrome da rimonta. La Carrarese ha «ribaltato» i Galletti che avevano subito una sorte analoga soltanto dal Modena. Si giunge così alla cifra tonda dei punti gettati al vento partendo da situazioni di vantaggio: ai due sorpassi incassati da toscani ed emiliani, si aggiungono le sette occasioni in cui i ragazzi di Longo si sono fatti raggiungere (in casa da Cosenza, Catanzaro, Reggiana e Brescia, fuori da Cremonese, Cesena e Sassuolo).
ATTEGGIAMENTO O BLOCCO MENTALE? Probabilmente le due possibilità vanno di pari passo. Difficile scindere se la squadra sia vittima di una mentalità conservativa e poco coraggiosa oppure non riesca ad assumere consapevolezza dei suoi mezzi. La verità è che il Bari puntualmente si è incagliato quando doveva compiere il salto di qualità e imporre la sua filosofia. Paradossalmente, i Galletti rendono meglio nella sofferenza, ovvero quando si deve lottare per evitare a tutti i costi la sconfitta e per raggranellare comunque qualcosa che consenta di muovere la classifica. Il gruppo non ha mai assunto quella consapevolezza che porta ad imporsi, anche quando si è superiori all’avversario di turno o la partita si è messa sui binari giusti. I biancorossi subiscono tante rimonte perché il vantaggio acquisito, piuttosto che galvanizzare, intimorisce e diventa una piccola conquista da non farsi scappare anziché la scintilla per continuare a colpire. Vero è che il gol di margine sui rivali è stato rimpinguato soltanto sei volte, così come in una sola circostanza (con il Mantova) è stata sfruttata la superiorità numerica nei confronti dell’avversario: l’uomo in più non si è tradotto in successo con Sassuolo e Sampdoria all’andata, Reggiana e Cesena al ritorno, nonostante il tempo a disposizione per sfruttare l’undici contro dieci sia stato puntualmente superiore ai 45’ in ognuna della quattro occasioni. Altro segnale di una fragilità di fondo insita nel gruppo. I «fischi» o la «pressione» tirate in ballo dal tecnico Longo dopo la figuraccia di Carrara proprio non collimano con situazioni che, invece, si ripetono ciclicamente nel cammino barese. Senza dimenticare l’inopportunità di addebitare “responsabilità” ad una piazza sempre presente, malgrado le mortificazioni che si protraggono da troppo tempo.
12 PUNTI DA CERCARE Serviranno a poco le tabelle, ma a sette turni dal termine della regular season quantomeno le quote minime per raggiungere gli obiettivi raramente sono disattese. Ebbene, per entrare nei playoff serviranno almeno 51 punti che il Bari dovrà raggranellare tra Catanzaro (in trasferta domenica), Palermo (l’11 aprile in casa), Sudtirol (viaggio di Pasquetta il 21), Modena (il 25 in casa), Cosenza (fuori, l’1 maggio), Pisa (al San Nicola il 4) e Cittadella (il 9 in Veneto). La soglia potrebbe essere lievemente abbassata soltanto battendo Catanzaro e Palermo, entrambe rivali nella lotta che conduce alla coda stagionale e prossimi avversari in ordine di calendario. Per la stessa ragione, fallire i prossimi 180’ somiglierebbe ad una resa.
C’è chi guarda con speranza agli ultimi quattro impegni, con il Modena che potrebbe trovarsi tranquillo, ma anche lontano dai playoff, il Cosenza prossimo alla condanna della retrocessione, il Pisa vicino alla promozione diretta, il Cittadella che spera di essere salvo (ma è improbabile che i granata archivino la pratica in anticipo). Discorsi superflui, in realtà. L’unica certezza è che il Bari (battendo e superando il Palermo, ovvero l’unica compagine «a tiro» tra quelle da affrontare) ha ancora il destino nelle sue mani. Tocca alla truppa di Longo non farselo sfuggire.
















