LECCE - «Al termine del match interno col Milan, in casa Lecce la delusione era più che giustificata perché, quando si conduce per 2-0 contro i rossoneri e poi si perde, è fatale che ci sia grande amarezza. Dalla gara con il “Diavolo”, però, il complesso salentino è venuto fuori con diversi aspetti positivi dai quali riprendere il cammino e sui quali costruire il proprio percorso verso quella terza salvezza consecutiva in serie A che i giallorossi hanno tutte le carte in regola per centrare». La disanima è di Gennaro Delvecchio, ex centrocampista del club di via colonnello Costadura (nel 2005/2006 e nella seconda metà della stagione 2011/2012, da gennaio a giugno), che ha assistito al confronto dalla tribuna del «Via del Mare».
Il barlettano, che nella sua carriera ha militato, tra le altre formazioni, con Catania, Perugia, Sampdoria ed Atalanta, ha indossato anche la casacca del Milan, al termine dell’annata 2009/2010, ma solo per prendere parte ad una tournée negli Stati Uniti.
«Per oltre un’ora ho ammirato un Lecce compatto, solido, bene organizzato dal punto di vista tattico ed in palla sotto il profilo atletico, con idee molto chiare su come muoversi per fare male ai quotati avversari, che stanno disputando una annata avara di soddisfazioni, ma che sono fortissimi - afferma Delvecchio -. Nel primo tempo, Baschirotto e compagni hanno segnato un gran gol ed hanno colpito un palo, sfiorando il raddoppio in un altro paio di circostanze. In avvio di ripresa hanno realizzato il 2-0 e non stavano soffrendo più di tanto. Purtroppo, a cambiare il corso della gara è stata una sfortunata autorete nata da una conclusione sbagliata di Joao Felix che è carambolata su Gallo. Qui è emerso l’unico neo della prestazione del team salentino, che ha accusato il colpo, ha perso le sue certezze ed ha subito un black out, pagandolo a caro prezzo. È a questo punto, infatti, che è emersa l’enorme qualità tecnica dell’undici guidato da Conceicao, che in pochi minuti ha ribaltato il risultato. Ma sarebbe assurdo soffermarsi solo sul 2-3 finale, senza tenere conto di quanto di buono è stato messo in mostra per 60-65 minuti, contro rivali assai quotati».
Una sconfitta maturata in questo modo rischia di produrre un contraccolpo psicologico negativo. A maggior ragione in una squadra come il Lecce che, nel suo complesso, è piuttosto giovane. «Non penso che accadrà nulla di tutto ciò - sostiene l’ex centrocampista, che nella società salentina è stato responsabile del settore giovanile dal 2017 al 2023 ed ha collaborato quindi con l’attuale proprietà -. I giallorossi hanno già dimostrato, nel corso del torneo, di sapere reagire alle avversità, andando a conquistare risultati importantissimi proprio dopo alcuni stop amari. In quest’ottica, è fondamentale il fatto che il gruppo sia sano, coeso, motivato e lo si nota da numerosi dettagli. A questo si aggiunga che la formazione salentina ha una sua identità ed anche delle buone individualità».
Per quel che riguarda i singoli, nel confronto con il Milan ha brillato la stella del centravanti Nikola Krstovic: «Contro i rossoneri, ha firmato due gol d’autore, entrambi di buona fattura. Il montenegrino è cresciuto tanto ed è oramai vicino alla doppia cifra in quanto a reti realizzate, in un campionato difficile come la massima serie italiana, che sta affrontando per la seconda stagione. Significa che ha doti di rilievo e che è destinato a fare strada. Ma nel calcio non si può prescindere dal collettivo per fare bene. Pertanto, per i suoi exploit, il bomber giallorosso deve ringraziare anche i compagni. In organico, tra l’altro, ci sono altri calciatori che stanno effettuando notevoli progressi, come ad esempio Pierotti. Senza contare che in tutti i reparti ci sono valide alternative, atleti con caratteristiche differenti tra di loro».
Venerdì, alle 20.45, il Lecce sarà impegnato sul terreno del Genoa: «Bisogna mettere in preventivo una sfida molto combattuta, difficile. Conosco bene quanto grande sia la spinta che “Marassi” garantisce ai rossoblù, che proveranno a regalare ai propri tifosi i tre punti. Ma se il team allenato da Giampaolo saprà mostrare il proprio volto migliore potrà tornare a casa con un risultato positivo. Serviranno solidità, intensità, spirito di sacrificio, attenzione e tanta corsa, doti che una compagine che sgomita per restare in A deve avere».
Dai 29 punti del Como ai 14 del Monza, sono otto le compagini presenti in zona-rischio, in quanto il Genoa sembra ad un passo dalla tranquillità: «In sede di previsioni, non mi sarei mai aspettato che i brianzoli potessero essere tanto in basso. Ma in serie A accade quasi in tutte le annate che una formazione scivoli in piena bagarre in maniera inattesa. I biancorossi hanno un piede in B. I lariani, dal canto loro, non possono stare tranquilli, ma ritengo che si tireranno presto fuori dalla bagarre perché vantano una cifra tecnica superiore alle altre pericolanti. Il Venezia, penultimo, è attardato, ma non spacciato. Empoli, Parma, Lecce, Verona e Cagliari, in ordine inverso di classifica, dovranno inseguire la permanenza con i denti, sino all’ultima giornata».