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Moreno Longo: «Il Brescia è forte, voglio un Bari coraggioso»

Moreno Longo: «Il Brescia è forte, voglio un Bari coraggioso»

 
pierpaolo paterno

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pierpaolo paterno

Moreno Longo: «Il Brescia è forte, voglio un Bari coraggioso»

Palinsesto in via di definizione per il Bari che domani pomeriggio, ore 15, sarà di scena al Rigamonti

Venerdì 29 Novembre 2024, 13:04

BARI - Palinsesto in via di definizione per il Bari che domani pomeriggio - ore 15 - sarà di scena al Rigamonti di Brescia per il quindicesimo atto di B. Per la recita a soggetto, Moreno Longo chiama all’appello gli interpreti dello spartito. Sul fronte del palco, c’è chi entra e chi esce.

Falletti è pronto. Lasagna, quasi sicuramente no: «Su Kevin - attacca l’allenatore biancorosso - dobbiamo fare di necessità virtù. La sua ecografia non presenta lesioni. Adottiamo tuttavia il protocollo di rito. Oggi (ieri, ndr) ha anche lavorato in parte con la squadra. Faremo delle valutazioni se e come utilizzarlo».

In forte dubbio per la sfida in Lombardia, non c’è solo Lasagna: «La situazione di Vicari non è risolta - fa sapere Longo -. Sente ancora fastidio. Lo monitoreremo per comprendere l’evoluzione delle prossime ore. Cercheremo di adeguarci, sapendo di non avere problemi disponendo di uomini importanti davanti. Sono sereno. Chi scenderà in campo sarà in grado di fare un’ottima gara».

«Il meteo avverso a Brescia? Non sarà un elemento condizionante le scelte - aggiunge -. Se reputiamo che Falletti possa giocare dal primo minuto è perché può farlo per almeno un’ora di gioco. Al di là del fatto che giochi con Sibilli, due attaccanti o una punta sola. Che possa avere difficoltà nei 90’, posso comprenderlo. Ma con i cinque cambi siamo sereni».

Brescia inaugura un trittico di gara che proseguirà con Cesena e Pisa. Longo si aspetta risposte sul piano della personalità: «Mi attendo di proseguire sotto l’aspetto della continuità che cerchiamo e stiamo ottenendo. Dobbiamo cercare di affrontare partita per partita. Oggi si ragiona per tirare fuori il massimo da Brescia. Il resto lo vivremo partita su partita. Inutile fare pensieri più lunghi. C’è una classifica ancora molto corta e con poco ti ritrovi su o giù».

Il focus si sposta sul centrocampo dove rientra l’ex bresciano Benali dalla squalifica: «La coesistenza con Maiello c’era già in estate. Viste le caratteristiche del Brescia, come in passato, potremmo giocare con due play o un mediano. Oppure un play e un costruttore. Anche la soluzione del doppio trequartista - dice pensando a Sibilli e Falletti - può essere valida. Non abbiamo una codifica fissa. Alterniamo il modo di attaccare e utilizzeremo quello più proficuo. È una idea fattibile. Ci sono anche altre alternative e vedremo chi scegliere».

Maita resta titolare inamovibile: «Penso che sia un giocatore estremamente importante per questa squadra. Abbina due fasi di gioco, di buona qualità e non è facile trovare chi riesce ad unire forza e intensità a qualità di giocate. È un centrocampista completo che può lavorare da mediano per recuperare palloni. Fa un gioco sporco, ma allo stesso tempo comunque sa costruire e sa giocare. Riesce a dialogare, a trasformare un’azione difensiva in offensiva. Ha strappi importanti.

Deve essere più continuo durante la partita e nel campionato. Ne ho parlato con lui di recente. Può assumersi una leadership anche più importante di quello che non fa, tipo essere di esempio e trascinatore per i compagni. Può giocare a due in mezzo, all’occorrenza fa anche il play. Di sicuro un giocare importante».

Di contro, c’è un Lella ancora in ombra dopo il rientro dalla squalifica: «Sta lavorando duro per ritrovare la condizione che aveva prima dello stop. Un giocatore che ogni allenatore vorrebbe per disponibilità, applicazione e serietà. Sarà molto utile a questo Bari, il prima possibile e senz’altro durante l’annata».

«Cerchiamo di porre rimedio - continua Longo - senza focalizzarci sulle cose negative. Se ti rimontano spesso, vuol dire che spesso vai in vantaggio. E questo è un dato positivo. Fino ad ora, però, è stato un limite. Ma il Bari ha anche tanti pregi. Parlare di perfezione dopo quattro mesi, viene difficile. Ci sarà sempre qualcosa su cui lavorare. Se non l’avessimo avuto, probabilmente adesso saremmo insieme al Sassuolo».

«Non c’è una cosa che mi fa arrabbiare di più o mi rende più orgoglioso - precisa Longo riferendosi agli andamenti altalenanti della squadra durante la singola gara -. Certo, i punti persi sono difficili da riprendere. Sono abituato a concentrarmi sulle cose che non vanno perché ti portano a concentrarti sul lavoro da fare».

Soprattutto se di fronte ci sarà un cliente scomodo come il Brescia: «È una squadra forte. Una piazza difficile, calda. Ci aspettiamo un avversario che farà di tutto per vincere in casa disponendo di un organico che ai nastri di partenza era accreditato per i playoff, se non proprio per la promozione. Una squadra veramente ostica. Una partita difficile, contro un gruppo consolidato. Ci vorrà un Bari coraggioso che vada a Brescia a fare la sua partita».

La premessa sta in un Bari mai andato sotto da dodici partite a questa parte: «L’andamento del dopo mercato è un dato di fatto. I punti conquistati li abbiamo fatti con un filotto positivo a mercato chiuso. I meriti vanno sempre suddivisi. I giocatori li ha presi la società, scelti da Magalini e Di Cesare. L’allenatore è solo una delle componenti. La mia credibilità? A me fa piacere, però quasi mi stupisce perché mi piacerebbe dare molto di più di quanto dato sinora. Vorrei contraccambiarla cercando di continuare il buon lavoro fatto sinora e migliorarlo. Solo a quel punto, potrei godermela sino in fondo. Di sicuro, l’ho ricevuta anche in altre piazze ma dopo aver vinto dei campionati. Qui devo ancora fare tutto e spero di riuscirci perché percepisco l’affetto della gente che merita di essere ricambiato».

Chiosa su Andrea Favilli. Allo stato attuale, per lui più ombre che luci: «L’infortunio a La Spezia lo ha un po’ rallentato. Poi è rientrato a ritmi pieni. È un attaccante di grandi valori. Quando ti manca il gol da settimane, di conseguenza la pressione aumenta. Gli attaccanti hanno bisogno di fare gol, vivono per quelli. C’è fiducia in lui e sono sicuro che ne farà, superando questo momento transitorio».

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