TARANTO - «Te ne devi andare di qua. Devi lasciare la squadra e Taranto: non siete degni di questi colori». È la minaccia lanciata da un gruppo di ultras tarantini nei confronti di Carmine Gautieri, nuovo allenatore del Taranto Fc 1927 dopo l’addio di Eziolino Capuano. Una vera e propria irruzione durante uno degli allenamenti che hanno preceduto la prima trasferta di campionato a Giugliano, dove i rossoblu hanno rimediato una sconfitta di misura.
Un episodio su cui sono in corso le indagini degli investigatori della Digos guidata dal commissario Francesco Cecere. Stando a quanto scoperto dalla Gazzetta, sarebbero stati identificati circa una dozzina di tifosi e nei loro confronti è già partito l’iter per l’emissione del Daspo. Tutto è accaduto il 21 agosto scorso quando «un gruppo di tifosi ultras - si legge negli atti del procedimento - con fare minaccioso, intimavano e minacciavano lo staff tecnico della squadra di calcio». Ciascuno dei supporter avrà dieci giorni di tempo dalla notifica degli atti per produrre documenti e memorie che dimostrino l’estraneità ai fatti contestati ed evitare così il provvedimento che potrebbe vietare di assistere a manifestazioni sportive in futuro.
Un nuovo episodio, insomma, che innalza il livello di guardia degli investigatori sulla situazione rovente che contrappone la società guidata da Massimo Giove e la tifoseria. Solo poche ore dopo queste minacce, infatti, nella notte tra il 21 e 22 agosto sono stati lanciati e fatti esplodere tre ordigni artigianali nella villa a Leporano del presidente del club rossoblù che poco dopo, di mattina, si è recato negli uffici della Questura per denunciare quanto accaduto. Su quest’ultima vicenda le indagini sono in corso: non ci sono elementi al momento per ipotizzare che gli ultras coinvolti nell’irruzione allo stadio «Iacovone» siano gli stessi che abbiano qualche collegamento con chi avrebbe lanciato le bombe carta nella residenza estiva dell’imprenditore, ma gli inquirenti non hanno dubbi sul fatto che entrambi gli episodi debbano essere inquadrati nel clima estremante teso che vive il calcio ionico.
Da tempo la tifoseria chiede a Giove di fare un passo indietro rispetto alla guida della società: lo stesso presidente alcune settimane fa aveva rassegnato le sue dimissioni, ma al momento alcune trattative con nuovi acquirenti sono naufragate. A tutto questo, pochi giorni fa, si sono aggiunte le dichiarazioni esplosive di Valerio Antonini, presidente del Trapani che in una conferenza stampa ha pubblicamente puntato il dito contro il presidente Giove accusandolo di aver «depauperato» la società del Taranto. Il numero 1 del club siciliano ha anche svelato che l’anno scorso Giove aveva avviato e quasi concluso la vendita al Trapani del difensore Matias Antonini ma «voleva che io - ha aggiunto Antonini - pagassi questi soldi a una società esterna sua in modo che poi 'sti soldi chissà che fine facevano». Parole contro le quali Giove ha annunciato querela poco dopo l’ultima graticola mediatica per aver negato l'accredito allo stadio «Iacovone» ai giornalisti della Gazzetta e di Telenorba in occasione della gara casalinga dei rossoblù contro il Latina.
Una situazione insomma particolarmente elettrica e complessa su cui le forze dell’ordine e la magistratura stanno cercando di fare piena luce per cercare di risalire non solo agli autori dei diversi fatti raccontati, ma anche per evitare che episodi del genere possano in futuro ripetersi.