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Massimo Brambati incredulo: «Stagione flop, ma non tramutiamola in umiliazione che Bari non merita»

 
davide lattanzi

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Massimo Brambati incredulo: ««Stagione flop, ma non va tramutata in un’umiliazione che Bari non merita»

Massimo Brambati con Diego Armando Maradona

L'ex difensore ha trascorso in biancorosso quattro stagioni: non nasconde la delusione per il deludente torneo disputato dai biancorossi, però non perde la combattività

Lunedì 13 Maggio 2024, 12:52

13:11

«La stagione resta un flop, ma ora non la si deve tramutare in un’umiliazione che Bari non merita». Massimo Brambati non nasconde la delusione per il deludente torneo disputato dai biancorossi, però non perde la combattività che lo caratterizzava da calciatore: l’ex difensore ha trascorso in biancorosso quattro stagioni (tre in A ed una in B: 98 presenze dal 1989 al ‘93), ma è passato anche dalla Ternana (nel 1997-98, in B) che sfiderà i Galletti nel doppio confronto dei playout in programma il 16 ed il 23 maggio. Brambati, però, non si ferma esclusivamente al match che deciderà le sorti dei pugliesi a breve termine, ma analizza la situazione del club più ad ampio raggio.

Massimo Brambati: il Bari si gioca tutto al playout, come è stato possibile arrivare all’atto più drammatico della stagione?

«Non capisco proprio che cosa sia accaduto a una delle proprietà più razionali del calcio italiano. Sembra che Napoli e Bari siano state unite da una gestione quasi “isterica” di questa stagione. I risultati dello scorso anno erano difficilmente replicabili, ma portare la formazione campione d’Italia addirittura fuori dalla zona coppe e la finalista dei playoff di B allo spareggio salvezza è davvero troppo. Consentitemi, però, di dire che gli errori commessi a Bari sono decisamente più gravi: a Napoli, infatti, resta comunque uno scudetto in bacheca, mentre in Puglia si sta giocando con il fuoco sulle spalle di una piazza straordinaria».

Quali, a suo avviso, le mancanze più gravi?

«Sento spesso parlare di una squadra che non ha reso secondo il suo potenziale ed è sicuramente vero. Tuttavia, mi chiedo come possa un gruppo trovare la sua identità ed una direzione precisa cambiando continuamente tecnico e di conseguenza metodologie e ritmi di lavoro. Mignani è stato confermato senza convinzione e soprattutto senza costruire un organico funzionale alla sua idea di calcio, Marino è stato sostituito malgrado fosse nel complesso in linea di galleggiamento, ma soprattutto reputo gravissimo quanto sia accaduto con Iachini, uno degli allenatori più stimati del nostro calcio: in B, peraltro, è un top assoluto. Non sono nelle dinamiche interne, ma conosco Beppe e non capisco che cosa si possa contestare ad un professionista del suo calibro, un uomo che lavora senza sosta. Ad ogni modo, ogni riflessione ora potrà essere utile soltanto a non ripetere certe dinamiche. Adesso c’è troppo in ballo per soffermarsi per i processi. Di una cosa, comunque, sono sicuro: conosco bene Federico Giampaolo che è stato mio compagno proprio in biancorosso e so quanto abbia nel cuore questi colori. Spero che faccia capire ai calciatori che cosa si stanno giocando».

Doppio confronto con la Ternana: come lo si imposta?

«La formula avvantaggia gli umbri che si salvano con due risultati in equilibrio, ma questi conti risultano utili eventualmente soltanto alla fine. Prima di giocare, non si può certo pensare di gestire 180’ e, se qualcuno inconsciamente lo fa, è spacciato in partenza. La Ternana non mi sembra dotata di valori tecnici eccelsi, ma possiede cuore e coraggio. Il Bari deve provare in tutti i modi a far prevalere la superiorità sul piano qualitativo che comunque si è intravista in alcuni momenti della stagione. Sono fiducioso, a patto che i Galletti si mettano alle spalle la fragilità caratteriale degli ultimi mesi: non esiste, ad esempio, subire gol dopo pochi minuti. Proprio l’approccio alla partita dovrà essere caratterizzato da ferocia e massima concentrazione. Sarà fondamentale la partita di andata, senza dubbio».

Perché?

«Conosco bene il “Liberati”: al ritorno sarà una bolgia autentica. Non ho dubbi che anche il San Nicola presenterà un colpo d’occhio mozzafiato, perciò bisognerà provare a sfruttare quella spinta per acquisire margine sulla Ternana e disputare la seconda sfida con un vantaggio».

Si parla molto delle difficoltà offensive del Bari, ma anche la difesa ha subito reti per dodici gare di fila, passando puntualmente in svantaggio…

«Nei match ad eliminazione diretta ogni peculiarità si azzera perché puoi trovare risorse inaspettate oppure scoprire debolezze che non pensi di avere. Sono sfide troppo particolari per inserirle in un contesto generale. La difesa del Bari, pur con qualche lacuna sul piano del dinamismo, può avere dalla sua il vantaggio dell’esperienza: gente come Di Cesare, Vicari, Pucino deve far valere carisma, furbizia, fisicità. Il capitano, poi, ha davvero una propensione a colpire pure nell’area avversaria: può essere un’arma importante».

Brambati, nel suo percorso post agonistico è stato procuratore, apprezzato opinionista, spesso vive negli Stati Uniti: possibile che il Bari non attragga forze economiche di spessore?

«Niente di più falso! Assicuro che il Bari viene visto come una ghiotta opportunità di fare calcio ad alto livello, in Italia e all’estero. Ma nel mercato comanda sempre la legge della domanda e dell’offerta: purtroppo, nelle gestioni precedenti il club spesso è stato gravato da situazioni debitorie insostenibili. Bisogna riconoscere, invece, che la gestione della famiglia De Laurentiis sul piano finanziario è virtuosa. La proprietà del Bari, però, resta “a tempo” per le note norme sulla multiproprietà e se da un lato sul piatto c’è una delle prime sette piazze d’Italia, dall’altro non bisogna determinare che prima o poi l’obbligo di vendere diverrà impellente. Non conosco le valutazioni che attualmente formula la Filmauro, ma sono certo che sottotraccia esista più di un interesse. Io stesso vorrei farmi promotore di questa possibilità con imprenditori che avrebbero le risorse per sviluppare appieno un potenziale immenso. Prima, però, bisogna centrare la salvezza: ad ogni costo!».

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