Raffaele Piemontese, vicepresidente della giunta regionale, tra i leader del Pd in Puglia: il Foggia ha sbancato lo stadio Adriatico segnando 4 gol al Pescara. Come ha seguito la partita?
«La gara si è giocata in concomitanza con le elezioni provinciali. Ho visto i gol quando sono entrato in un bar vicino Palazzo Dogana e ho seguito i minuti finali con un gruppo di tifosi dei satanelli in festa».
Dove può arrivare la squadra allenata da un tecnico preparato come Fabio Gallo?
«Il gruppo ha qualità e non si può escludere che si consolidi la posizione che dà accesso ai play off. Dal calcio può venire energia per rigenerare anche la città».
Si ricorda la sua prima partita allo Zaccheria, il battesimo sui gradoni di uno stadio?
«Nel 1994. Andai con mio padre a vedere Foggia-Lazio. Vincemmo 4-1. Ricordo il primo gol, siglato da Di Biagio…».
Se le dico «Zemanlandia»…
«Mi si accende il cuore, come capita a tutti i foggiani quando sentono il nome di un mago del bel calcio come Zdenek Zeman. Mi ricordo quel periodo del Foggia e della città entusiasta. Il calcio può essere davvero uno strumento di riscatto di un territorio che, al tempo delle mitiche stagioni del boemo, era più solido di adesso sul piano economico».
Il campione rossonero indimenticabile?
«Su tutti Beppe Signori, un bomber sontuoso, perfettamente a suo agio negli schemi di Zeman».
Come se la cavava con le scarpe con i tacchetti? In che ruolo giocava?
«Come tanti sono stato un calciatore amatoriale ai tempi della scuola. Per un periodo ho anche frequentato una scuola calcio. Ero un attaccante ma potevo adattarmi al ruolo di ala destra».
Dal calcio alla politica. Stefano Bonaccini, governatore e candidato alla segreteria Pd, che attaccante le ricorda?
«Lo sostengo perché è un bomber non solo con una buona media-gol, ma che eccelle nel gioco di squadra. Mi ricorda Aldo Serena, generoso e sempre leale. Da segretario riaccenderà i motori della sinistra».
Quale il modulo giusto per far tornare a vincere il Pd?
«Ci vuole la formula con cui abbiamo organizzato le elezioni per la Provincia di Foggia: una coalizione larga che parte dal Pd e unisce il M5s con il mondo civico vicino al presidente Michele Emiliano. Abbiamo in squadra bravi sindaci che lavorano gomito a gomito con la Regione, facendo sintesi tra culture politiche differenti. La qualità del progetto fa la differenza, e si fonda su idee e concretezza. Qui ora si vola al Gino Lisa, abbiamo rivoluzionato l’Università di Foggia, abbiamo acquistato la caserma Miale per la Dia…».
In Puglia i dem scommettono su Domenico De Santis come neo segretario regionale. Gli consiglia di ascoltare «Una vita da mediano» di Luciano Ligabue per prepararsi al lavoro che lo aspetta nelle sei province?
«C’è da zappare parecchio e il mediano è un ruolo fondamentale, soprattutto se interpretato alla Beppe Furino, che eccelleva in quella posizione nella Vecchia Signora, o alla Rino Gattuso in Nazionale. Conosco Domenico dai tempi della Sinistra giovanile: lui aveva 17 anni e io 18. In una fase difficile ma di rilancio del Pd pugliese darà una mano insieme agli altri, con un respiro corale».
Chi vede alla Regione Puglia nel 2025?
«Ma non dovevamo parlare di calcio? Decideremo al momento giusto».