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Quando il latte non è tutto uguale

 
Antonella Millarte

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Antonella Millarte

VERONA - La premiazione  dell’allevatrice  Mariangela Netti di Turi

VERONA - La premiazione dell’allevatrice Mariangela Netti di Turi

Il concorso nazionale «Disolabruna» incorona i formaggi della Murgia barese

Lunedì 25 Febbraio 2019, 17:30

Il latte non è tutto uguale. Ma la qualità trionfa, per ora, soprattutto nei concorsi riservati agli addetti ai lavori. Per fortuna la crisi del settore zootecnico, fortissima in tutto il Belpaese e non solo in Sardegna, non ha fatto passare la voglia di produrre con passione formaggi di altissima qualità. E’ così che la Puglia trionfa, ancora una volta, nel concorso nazionale dei formaggi disolabruna®. Di che si tratta? E’ la competizione, giunta alla seconda edizione, nella quale si confrontano i formaggi prodotti con latte proveniente da bovini al 100% di razza bruna. E’ un evento organizzato dal Consorzio valorizzazione prodotti razza Bruna italiana in collaborazione con l’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi).

La giuria, che si è riunita nel veronese, con la partecipazione di una quindicina di Maestri Assaggiatori ha decretato sei eccellenze. Come? Ha esaminato una ventina di campioni suddivisi in sei categorie: formaggi a pasta molle, semidura e dura, parmigiano reggiano a 24, 30 e superiore a 36 mesi di stagionatura, pasta filata con maturazione da 1 a 5 mesi e superiore a 5 fino a 10 mesi, formaggi con affinamenti particolari o aromatizzati. Il risultato? Incoraggiante, perché fra i premiati spicca la Puglia.

La Masseria La Lunghiera di Mariangela Netti di Turi, ha fatto incetta di premi con il canestrato vaccino per i formaggi a pasta dura, con la caciotta stracchinata per quelli a pasta molle, per il caciocavallo come pasta filata di media stagionatura, con maturazione superiore a 5 fino a 10 mesi. Gli altri premi sono andati dalla Calabria alla Lombardia, dal Molise e dall’Emilia.

Chissà se, dopo la rivoluzione del vino che oramai viaggia a gonfie vele, anche in Puglia si inizierà a valorizzare la filiera del latte. Perché? Siamo il quarto polo zootecnico italiano, ed il primo nel Mezzogiorno: un patrimonio che va tutelato e valorizzato, è difficile che i singoli allevatori – malgrado la forza dei loro sapori - possano farcela da soli.

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