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Assalti ai bancomat
in cella 4 brindisini

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Assalti ai bancomatin cella 4 brindisini

Venerdì 30 Settembre 2016, 10:49

Scacco alla banda di brindisini specializzata negli assalti ai bancomat con la tecnica dell’esplosione e dello «sradicamento». In manette - ad opera dei carabinieri della Compagnia di Osimo (Ancona) - sono finiti in manette Cosimo Iurlaro, di 41 anni, Omar Bianco, di 27 anni (entrambi brindisini), Marco Santoro, di 25 anni (di Carovigno) e Vincenzo Schiena, di 38 anni (di San Vito), tutti con precedenti specifici. Una ventina i colpi di cui sono ritenuti responsabili. Dall’inizio dell’anno avrebbero messo a segno una serie di assalti a bancomat di filiali bancarie, uffici postali, casse continue di distributori di carburanti e gioiellerie nelle Marche, Puglia (Brindisi e Lecce) ed Emilia Romagna. Le indagini sono partite dopo il furto di un bancomat a Polverigi (Ancona) con la tecnica dell’esplosione di gas acetilene il 2 gennaio 2016, seguito da un colpo a Padiglione di Osimo, dove l’apparato Atm è stato portato via (aprile).

L’operazione «Cashpoint» ha portato ad individuare i modus operandi del gruppo criminale: «sradicamento» del bancomat con l’uso di un escavatore rubato oppure esplosione con una miscela di ossigeno e acetilene, utilizzo di un’altra vettura rubata come ostacolo per sbarrare la strada ai carabinieri ma anche di chiodi a tre punte sparsi lungo la strada. Individuata anche l’auto usata per la fuga dal gruppo dopo ogni colpo: una Audi RS6 nera con targhe clonate. La svolta il 24 settembre scorso quando i militari hanno individuato un appartamento a Porto Sant'Elpidio (Fermo), che fungeva da base per la banda e un garage come ricovero per l'Audi. Nelle prime ore del 25 settembre, a stretto giro i quattro avrebbero fatto esplodere due bancomat uno a Villa Musone di Recanati (Macerata), l’altro a Monte Urano (Fermo), ma in entrambi i casi sono dovuti fuggire senza soldi per l’arrivo dei carabinieri.

Quando i malviventi si sono rifugiati a Porto Sant'Elpidio, i militari del nucleo operativo di Osimo hanno fatto irruzione nel covo. Sequestrate bombole di ossigeno e acetilene, tuttoil materiale utilizzato per i colpi - tra cui i chiodi a tre punte - e l’Audi, risultata rubata a Porto San Giorgio e sottoposta a «blindature» in Puglia con lastre di acciaio dietro ai sedili e nella parte posteriore. Mercoledì il gip di Fermo ha disposto l’obbligo di dimora degli arrestati presso i Comuni di residenza con l’obbligo di firma. Le indagini, coordinate dalla Procura di Ancona - sotto la regia del pm Ruggiero Di Cuonzo -, sono ancora in corso e volte ad attribuire al commando la paternità di tutti i furti commessi nelle Marche e in alcune provincie pugliesi, oltre ad individuare gli altri componenti della banda, almeno un paio le persone che sarebbero ricercate. I quattro sono ritenuti responsabili in concorso di tentato furto pluriaggravato su bancomat a mezzo materiale esplodente, con l’aggravante del nesso teleologico dell’uso di esplosivo per commettere i delitti. Tra le contestazioni anche quella di aver usato targhe clonate, di una Audi A6 di proprietà di cittadino di Trento, sull’Audi RS6 di provenienza illecita.

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