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Fasano, l’incendio di corso Perrini fu doloso: nessun risarcimento per i danni subiti

 
mimmo mongelli

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mimmo mongelli

Fasano, l’incendio di corso Perrini fu doloso: nessun risarcimento per i danni subiti

I carabinieri hanno visto i criminali in azione grazie alle telecamere

Venerdì 15 Novembre 2024, 12:56

FASANO - Inferno di fuoco in corso Perrini, con tre auto completamente distrutte e ingenti danni all’immobile adiacente il tratto di strada interessato dal rogo. Le indagini sono giunte alla conclusione e si è evinto che fu un atto doloso. Lo hanno saputo, incidentalmente, le vittime del rogo che si originò nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2022. Glielo hanno detto, carte alla mano, le compagnie di assicurazione che, proprio in ragione del fatto che si trattò di un fatto doloso, non li hanno risarciti. Fatta eccezione per i proprietari di una delle auto carbonizzate dalle fiamme e di una casa vacanze, che avevano una polizza contro i danneggiamenti, le altre vittime di quella «Apocalisse di fuoco» sono rimaste a bocca asciutta. C’è un filmato che i carabinieri hanno acquisito nelle ore immediatamente seguenti l’incendio in cui si vedono due giovani arrivare in corso Perrini a bordo di una moto. Uno di loro scende dallo scooter, si cala il cappuccio della felpa, si avvicina a una delle auto in sosta lungo il marciapiede compreso tra i civici 157-167, manda in frantumi il cristallo del veicolo e lancia nell’abitacolo un’esca di fuoco. Seguono le fiamme.

Se per i vigili del fuoco non c’erano elementi per affermare che le fiamme fossero di origine dolosa, le indagini dei carabinieri sono arrivate a una conclusione di segno opposto.

Si trattò, dunque, di un attentato in piena regola. I responsabili di quell’atto criminale (i residenti nelle abitazioni furono costretti a salire sui terrazzi per mettersi al sicuro in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco e una donna riportò ustioni alla mano nell’aprire la porta della sua abitazione che era già lambita dalle fiamme) non sono ancora stati identificati. Non è escluso che i due attentatori fossero a conoscenza della presenza di uno o più occhi elettronici e abbiano adottato tutte le precauzioni del caso per evitare che i loro volti venissero immortalati dalle telecamere.

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