«Siamo speranzosi». È lo stato d’animo dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, rispetto alle trattative in corso con grandi investitori interessati a Brindisi quali Great Wall Motors, Adriatic Green Shipyard e Renantis. «Sono stati effettuati - spiega Delli Noci - una serie di sopralluoghi. Gli investitori stanno visitando le aree industriali. Quella di Brindisi è particolarmente attrattiva perché ci sono le condizioni logistiche per poter investire. È chiaro che noi non possiamo intervenire su un’area privata, possiamo solo generare incentivi, così come stiamo facendo. Siamo disponibili a supportare con i nostri incentivi e con quelli dello Stato questi grandi insediamenti industriali, che possono costituire un pezzo di una riconversione industriale per il territorio».
Nella giornata di ieri il rappresentante della giunta regionale, assieme alla direttrice del dipartimento Sviluppo economico, Gianna Berlingerio, ha accolto l’invito del presidente della Provincia Toni Matarrelli a presentare la nuova misura del Mini Pia, il pacchetto integrato di finanziamenti messo a disposizione dalla Regione con l’obiettivo di agevolare investimenti produttivi, innovazione, formazione e internazionalizzazione per le piccole e micro-imprese. In un periodo di crisi del comparto industriale brindisino, le attenzioni sono rivolte sempre più verso nuovi insediamenti produttivi. Su tutti, quello di Great Wall Motors, grande casa automobilistica cinese che vorrebbe fare di Brindisi la porta di accesso nel mercato europeo. L’investimento è seguito da vicino da Invitalia, che funge da intermediaria e finanzia i grandi investimenti esteri. Il porto diverrebbe lo snodo dove effettuare il trasbordo della componentistica delle auto elettriche, che poi verrebbero assemblate nell’area retroportuale. Per questo, la compagnia cinese avrebbe richiesto cento ettari. Pare che ci sia anche la volontà di fabbricare a Brindisi le batterie. Tuttavia, resta il problema del reperimento di aree idonee. Stessa criticità riguarda Adriatic Green Shipyard, società che vorrebbe costruire traghetti a Capo Bianco, e Renantis, che ha bisogno di spazi dove assemblare il parco eolico offshore. L’unica area retroportuale che oggi offrirebbe spazi già caratterizzati e in parte bonificati è quella a sud del petrolchimico. Tali terreni sono in capo ad aziende private ma potrebbero essere espropriati se per il progetto venisse riconosciuta la pubblica utilità. Va sottolineato che tutti i progetti di investimento nella Zes unica saranno considerati «di pubblica utilità, indifferibili e urgenti». Per questo motivo, probabilmente, Delli Noci ha sottolineato che «la Regione non può intervenire su un’area privata».
Ma esiste un altro tema, ossia quello delle aree idonee dove installare gli impianti di produzione di energia rinnovabile. Euroapi, operante nel settore biochimico, aveva chiesto nell’autunno scorso al sindaco Pino Marchionna se ci fosse la disponibilità di 150 ettari dove realizzare un impianto fotovoltaico per abbattere i costi dell’energia. Nei giorni scorsi l’azienda ha annunciato la vendita dello stabilimento di Brindisi e l’interruzione della produzione dei principi attivi per «comportamenti scorretti a livello locale». A tal proposito, da Euroapi precisano che «si sta cercando di ripartire il prima possibile» e che pertanto l’attività potrebbe riprendere prima della fine del 2024. È evidente, comunque, che il tema delle aree dove produrre energia rinnovabile interessa vari settori produttivi, così come è avvertita la necessità di individuare le aree idonee dove collocare i parchi eolici offshore. L’assessore regionale, su questa esigenza, risponde però che «prima dovrà essere approvato dal governo il Dl Energia, così da conoscere i vincoli».