Sabato 20 Dicembre 2025 | 16:50

Brindisi, la difesa del poliziotto Zippo contesta: «Cellulare sequestrato senza l’ok del gip»

Brindisi, la difesa del poliziotto Zippo contesta: «Cellulare sequestrato senza l’ok del gip»

 
fabiana agnello

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fabiana agnello

Brindisi, la difesa del poliziotto Zippo contesta: «Cellulare sequestrato senza l’ok del gip»

L'indagine ha coinvolto 3 poliziotti, tra cui Zippo, accusati di accessi non autorizzati al sistema informativo per ottenere informazioni riservate su persone e veicoli

Sabato 20 Dicembre 2025, 14:27

L’inchiesta sugli accessi abusivi allo sdi (sistema d’indagine a disposizione delle forze dell’ordine), che ha già portato al rinvio a giudizio di tre poliziotti brindisini, si arricchisce di un nuovo capitolo: questa volta, al centro non ci sono le consultazioni illecite delle banche dati ma il modo in cui gli investigatori hanno messo le mani nei telefoni sequestrati a Ilario Zippo.

Una memoria difensiva dai toni netti, firmata dagli avvocati Rosario Almiento e Gianluca Palazzo, accusa la pm Carmen Ruggiero di aver violato le garanzie europee sulla tutela dei dati personali, trasformando il sequestro dell’11 giugno 2024 in un’operazione «indiscriminata» e priva del necessario controllo di un giudice terzo.

Il caso nasce nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto tre agenti della polizia, accusati di aver effettuato accessi non autorizzati al sistema informativo per ottenere informazioni riservate su persone e veicoli: un filone investigativo che ha portato la Procura a estendere gli accertamenti anche ai dispositivi di Zippo, ritenuto un possibile beneficiario di quelle consultazioni illecite. Secondo la difesa, però, il modo in cui i dati sono stati acquisiti violerebbe apertamente i principi sanciti dalla Corte di giustizia dell’Unione europea e recepiti dalla Cassazione con la sentenza 13585/2025, secondo cui l’accesso ai contenuti di uno smartphone costituisce un trattamento altamente invasivo che richiede l’autorizzazione preventiva di un giudice indipendente.

Nella memoria si sostiene che la pm avrebbe convalidato il sequestro e disposto la copia forense senza alcun vaglio del gip, procedendo a un’acquisizione integrale dei dati, senza filtri, senza selezione e senza limitazioni, in contrasto con i principi di proporzionalità, pertinenza e necessità imposti dal diritto europeo. La difesa contesta inoltre che la pm abbia delegato alla guardia di finanza la valutazione della «rilevanza investigativa» del materiale estratto, senza effettuare personalmente alcuna selezione dei soli contenuti pertinenti al reato contestato, trasformando la copia forense in un sequestro esplorativo vietato dalla giurisprudenza. Da qui la richiesta di dichiarare nullo il sequestro e inutilizzabile la copia forense e di espungere dal fascicolo ogni dato acquisito, con la restituzione immediata di tutte le copie integrali e parziali ancora trattenute dagli inquirenti. La decisione del Tribunale di Brindisi, calendarizzata al 15 gennaio, sarà ora determinante non solo per il futuro processuale di Zippo ma anche per comprendere come la giustizia italiana intenda applicare i principi europei sulla tutela dei dati personali, in un procedimento che si intreccia con una delle inchieste più delicate degli ultimi anni sul corretto utilizzo delle banche dati da parte delle forze dell’ordine.

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