re anni fa l’inaugurazione con le lunghe file fuori dallo store, oggi uno sciopero a muso duro di lavoratori e sindacali contro una azienda che «conferma un atteggiamento intollerabile di multinazionale che agisce in sfregio alle basilari regole del confronto sindacale e violando persino le norme del contratto nazionale».
C’è mare agitato alla Primark di Casamassima. I tempi delle grandi folle di clienti attratti dalla convenienza del marchio low cost sembrano archiviati, per uno scontro frontale sui diritti dei lavoratori.
«E’ impensabile che si assumano dipendenti diretti con contratti part time involontari di 18 o 20 ore settimanali e poi si ricorra a lavoratori in somministrazione per dei tempi pieni – spiega Marco Dell’Anna segretario generale Uiltucs Puglia -. L’azienda usa a suo esclusivo vantaggio la flessibilità. Non si poteva più andare oltre. Stiamo parlando di 150 persone tra assunti con contratti a tempo indeterminato, somministrati e determinati».
Le rivendicazioni dei sindacati hanno portato oggi ad uno sciopero con presidio fuori dal punto vendita nella galleria del parco commerciale Spazio-Conad a Casamassima dalle 9 di mattina alle 12. Il giorno dell’antivigilia di Natale la battaglia dei lavoratori sarà una rivendicazione portato alla ribalta di migliaia di clienti.
«Le criticità che lamentiamo sono una lista che si allunga nel tempo – sottolinea Dell’Anna -, dall’imposizione del lavoro festivo, all’obbligo di part time, non c’è alcuna attenzione per la sicurezza. E poi un atteggiamento vessatorio nei confronti dei dipendenti e dei loro diritti. Abbiamo più volte provato a parlare con i vertici Primark, ma abbiamo solo riscontrato un atteggiamento di chiusura».
Multinazionali che si comportano come i vecchi padroni di ferreria, i sindacati denunciano condotte oppressive. «Ci sono stati raccontati dei casi in cui la pausa per necessità fisiologiche o bere dell’acqua è stata cronometrata. Qui si tratta di comportamenti che ledono la dignità delle persone, sul benessere psicofisico dei dipendenti, sul regolare e sereno svolgimento dell’impegno lavorativo. Ma l’azienda continua ad essere sorda al confronto sugli organici e le tipologie contrattuali utilizzate. E’ preoccupante anche la scarsa attenzione alle tematiche di salute e sicurezza, con il personale sprovvisto dei necessari dpi e senza supporti ergonomici in cassa. Vengono negate le sedie adeguate nelle postazioni dei pagamenti. Siamo di fronte ad una deriva inaccettabile per il nostro territorio, Primark dovrebbe perseguire l’obiettivo di creare buona occupazione, ad oggi registriamo solo massimizzazione del profitto sulla pelle delle persone. Abbiamo già coinvolto Ispettorato e Spesal per le violazioni in atto, ma proseguiremo con le nostre azioni di lotta, la dignità delle persone e del territorio non può essere alla mercé della multinazionale di turno».
La rabbia sindacale è contro grandi aziende che arrivano sul territorio camminando su tappeti rossi e poi abbassando il livello qualitativo del lavoro invece di valorizzare le risorse umane. «Quella di oggi non è una battaglia che cadrà nel vuoto – conclude il segretario Uiltucs -. Lo sciopero è solo un primo segnale, ma ora coinvolgeremo anche le istituzioni. E’ un interesse generale controllare che queste aziende si insedino sul territorio creando buona occupazione piuttosto che ulteriore precarietà».














