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Brindisi, il dormitorio cambia volto: 80 migranti trasferiti in tendostrutture

 
Pierluigi Potì

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Pierluigi Potì

Brindisi centro accoglienza notturno dormitorio

Il tutto per un importo complessivo nel limite di 140.000 euro

Martedì 25 Luglio 2023, 12:48

BRINDISI - I migranti e il dormitorio di via Provinciale San Vito, un capitolo destinato presto a chiudersi. Con delibera di Giunta del 20 luglio scorso, infatti, è stato fornito indirizzo al dirigente dei Servizi Sociali affinché provveda a quanto di competenza per dare esecuzione all’acquisto di attrezzature adeguate a garantire un ricovero ai beneficiari. Si tratta, in particolare, di tendostrutture opportunamente climatizzate, con conseguente noleggio di moduli dotati di servizi igienici (wc, docce e lavandini). Il tutto per un importo complessivo nel limite di 140.000 euro.

In tali improvvisate dimore i migranti (se ne contano circa 80 attualmente) vi rimarranno per un anno e mezzo (nella delibera si parla, infatti, di un periodo di 18 mesi), nell’attesa che venga trovata loro una sistemazione adeguata e duratura. Cosa più semplice a dirsi che a farsi.

Il motivo per il quale i migranti dovranno a breve lasciare il dormitorio risiede nel fatto che la struttura di via Provinciale San Vito sarà oggetto di un intervento di ristrutturazione nell’ambito del progetto “Casa delle culture” che, finanziato dalla Regione Puglia per un importo pari a 1,6 milioni di euro (nell’ambito del programma operativo legalità FESR-FSE 2014-2020), prevede la riqualificazione del dormitorio e dell’immobile contiguo al fine di garantire servizi per l’inclusione sociale e l’accoglienza della comunità migrante nel tessuto sociale, culturale ed economico di Brindisi. E ciò attraverso l’attivazione di spazi di co-abitazione, una cucina condivisa, ambienti per la socializzazione e la formazione, aule per attività di apprendimento, laboratori e spazi per la pratica sportiva all’aria aperta.

Non c’è pace, insomma, per le decine di migranti che ora si dovranno adattare ad una soluzione-tampone, reduci peraltro da mesi di inferno (sfociati anche in manifestazioni di protesta sotto Palazzo di Città, come avvenuto all’inizio dello scorso mese di giugno), in considerazione del fatto che la struttura ha subito un guasto all’impianto elettrico e, di conseguenza, da tempo è senza luce ed acqua calda.

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