BRINDISI - «Non sono mai stato uomo di Pasquale Luperti, né ho mai minacciato i dipendenti Multiservizi affinché lo votassero alle elezioni comunali del 2016». Daniele Pietanza, ex dipendente della società Multiservizi la partecipata del Comune di Brindisi, ha respinto le accuse legate a minacce elettorali via Whatsapp, peculato e furto per le quali il pm Giuseppe De Nozza ha ottenuto il processo, a conclusione dell’inchiesta che il 10 maggio 2018 sfociò nell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Pietanza, rimesso in libertà il 19 ottobre successivo, ha rivendicato la propria innocenza davanti al Tribunale in occasione dell’udienza dello scorso 3 luglio, così come fece nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
L’imputato, licenziato dopo l’arresto, ha precisato innanzitutto che il telefono usato per l’invio del file non era della Multiservizi, ma suo ed è usando questa utenza che inviò il messaggio audio realizzato da Carlo Zuccaro, dipendente della società e imputato con identica accusa, essendo un «simpatizzante di Pasquale Luperti, ma non un suo uomo». Ha detto di non aver avuto alcuna progressione all’interno della società durante il mandato dell’ex sindaco Mimmo Consales, periodo in cui Luperti era in Giunta. Secondo quanto contestato nel capo d’imputazione, in occasione delle elezioni del 2016, sia al primo turno che al ballottaggio, «esercitavano minacce gravi o comunque pressioni su alcuni dipendenti Multiservizi, per costringerli a votare Luperti, candidato al consiglio comunale con Impegno sociale, a sostegno della candidata sindaca Angela Carluccio, nonché a votare quest’ultima».
Carluccio è totalmente estranea al processo. L’audio di Zuccaro era il seguente: «Buongiorno amici miei, mi raccomando domenica di andare a votare Lino Luperti come consigliere e Angela Carluccio come sindaco, ok ragazzi? Tutti a votare olé». E poi: «Buongiorno amici, grazie a tutti per l’ottimo risultato atto avere al nostro caro Lino, adesso tutti insieme dobbiamo andare a votare il nostro sindaco Angela Carluccio. Tutti insieme. Prendiamoci per mano e andiamo a votare». Secondo l’accusa, in questo contesto, Pietanza avrebbe «ordinato, senza averne titolo, all’ufficio amministrativo della Multiservizi che stava per effettuare il pagamento dello stipendio del mese di giugno ai dipendenti della squadra addetta al verde pubblico, di non pagarlo così come di non pagarlo a tutti quelli che erano orientati a votare il candidato sindaco Nando Marino». Circostanza smentita dall’imputato nel corso dell’esame.
Pietanza, inoltre, ha respinto l’accusa di furto di 6 pc che rientravano nel progetto Smart Lab. Accusa mossa sulla base di una telefonata intercettata tra Pietanza e Bruno Giannotte, imputato con la stessa accusa. Ha spiegato che c’era stato un ordine di servizio firmato da un dirigente del Comune, nel periodo dell’amministrazione guidata dalla sindaca Carluccio, in cui si diceva che un monitor doveva essere dismesso e che ce n’era stato un altro, condiviso dallo staff della prima cittadina, con il quale si autorizzava a rompere le serrature elettroniche di Palazzo Guerrieri per operazioni di pulizia perché non si riusciva a trovare le chiavi.
Il pm, sulla base di queste dichiarazioni, ha chiesto di trasmettere il verbale alla Corte dei Conti per possibili risvolti sul piano della responsabilità contabile. La difesa di Pietanza, affidata all’avvocato Livio Di Noi, in relazione al ruolo dell’imputato, ha sottolineato che per il pm la Brindisi Multiserizi non è una società soggetta a controllo analogo, seppure si tratti di una partecipata, condizione contraria a quella che portò alla conferma della condanna in appello per peculato di Teodoro Contardi, ex amministratore unico della società, per il pagamento con denaro della srl di multe per violazioni al Codice della Strada, nei confronti di politici e professionisti.
Quanto al peculato in relazione a quattro pneumatici, Pietanza ha confermato che la Multiservizi non aveva un magazzino. E che il cambio avveniva presso una ditta specializzata. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato Pasquale Luperti, teste diretto dopo che la sentenza di assoluzione dall’abuso d’ufficio, per la rimozione della carcassa di un topo dal balcone di un’abitazione, è diventata definitiva. XParti civili sono la Multiservizi costituita in giudizio con l’avvocato Rosario Almiento e il Comune di Brindisi con Emanuela Gaurino.