BRINDISI - I dettagli di ogni singolo fotogramma delle sequenze riprese dalle telecamere attive in quella zona del porto vengono analizzati in queste ore dai carabinieri, nel tentativo di ricostruire circostanze cause e modalità della morte del brindisino di 27 Aris Barletta, del quale ieri pomeriggio si sono svolti i funerali, presso la parrocchia del Cristo Salvatore, al rione Sant’Elia.
Un mistero che per ora resta fitto quello in cui è avvolta la morte del 27enne. Una tragedia che ha gettato nello sconforto i genitori ed i quattro fratelli della vittima, Anna, Samuele Cristian e Michael, piegati dal dolore durante le esequie celebrate dal parroco, don Massimo Mengasi, nella chiesa ubicata a due passi dal condominio in cui la famiglia viveva e dove Aris era cresciuto.
«La morte di un giovane fa sempre riflettere e guai se non fosse così», ha esordito don Massimo nella sua omelia, aggiungendo: «Riflettere significa che abbiamo ancora un cuore ed una mente: una morte non può lasciarci indifferenti perché, anche a guardare soltanto il ciclo della natura, è proprio esso che è stato sconvolto. Ma c’è di più: la morte di un giovane ci fa sentire la voce di Dio Padre che chiede a Caino: dov’è tuo fratello? E quindi dobbiamo tutti interrogarci e chiederci cosa stiamo facendo. Nessuno passa invano da questo mondo e la traccia lasciata da questo nostro fratello - ha evidenziato il parroco - ci lascia gli interrogativi sul nostro essere persone in una società che esclude, isola, abbandona…».
Parole che pongono l’attenzione su un’amara verità, quelle di don Mengasi, rivolte ad amici e parenti del 27enne che ieri pomeriggio hanno voluto salutarlo per l’ultima volta, sperando di poter sapere presto qualcosa di più sulla tragedia che lo ha strappato al loro affetto. Aris Barletta era stato visto l’ultima volta nei pressi dei Cantieri Balsamo. Venerdì sera i genitori avevano dato l’allarme non avendo più notizie di lui ed immediatamente era stato avviato il dispositivo di recerca persone scomparse che ha coinvolto tempestivamente, sotto il coordinamento della Prefettura di Brindisi, forze dell’ordine e protezioni civile, con l’impiego anche di diverse squadre di sommozzatori che hanno lavorato anche di notte. E proprio i sommozzatori dei Vigili del fuoco, domenica mattina, verso le 11.30, hanno rivenuto la il corpo del giovane nelle acque del porto interno, tra la foce del canale cillarese e le banchine dei cantieri navali Balsamo, in corrispondenza di un ponticello pedonale. Proprio quella zona si spera sia finita nel campo di inquadratura delle telecamere di sorveglianza attive in zona, le cui riprese sono ora al vaglio degli investigatori dell’Arma per poter capire cosa abbia provocato la tragedia.