BRINDISI - Il festival dell’inciviltà e del caos in una città che si vorrebbe spacciare per moderna e turistica, si è ripetuto inesorabilmente ieri sera e sabato sera nel centro di Brindisi. Tutto ampiamente prevedibile e puntualmente ignorato, secondo un copione oramai ben noto che prevede, di fatto, la possibilità di compiere impunemente ogni tipo di abuso lungo le vie del centro, alla faccia della norme del codice della strada, del rispetto dell’ambiente, della riduzione delle emissioni e della tutela dei più svantaggiati. Si, perché l’inciviltà che viene sprigionata ed anche tollerata (se non indotta) dalle istituzioni in simili situazioni, non risparmia (come si evince ad esempio dalla foto pubblicata qui a destra) neanche gli scivoli per i disabili presenti lungo i marciapiedi, come ad esempio avvenuto sabato sera all’incrocio fra via Montenegro ed il lungomare Regina Margherita.
È uno scempio vergognoso che accade quasi ad ogni settimana, ma che raggiunge picchi che fanno sembrare Brindisi simile alle più inquinate metropoli dei paesi in via di sviluppo quando in centro vengono organizzati eventi di particolare richiamo. Sabato sera e ieri sera, infatti, nella zona portuale della città erano in atto contestualmente due eventi di grande attrazione: «Porto Rubino», il festival del mare e della musica con artisti di livello internazionale; ed anche, in piazzale Lenio Flacco, a poche decine di metri dalla zona del festival, l’«International street food», di fatto una sorta sagra paesana costituita però da 30 stand in alcuni dei quali si possono acquistare e consumare pietanze delle tradizione gastronomica di alcuni paesi stranieri (dai panini con l’asado argentino alla paella iberica) ma anche normalissime ricette nostrane come il panino col polpo o la pizza napoletana.
Quindi non uno, ma addirittura due eventi di grande richiamo, allestiti contestualmente e per due sere consecutive nel cuore della città. Due eventi che sarebbero anche apprezzabili se solo la città fosse in grado di renderli fruibili e godibili senza costringere gli aspiranti fruitori a violare regole minime della civiltà. Cosa che avverrebbe se solo si fosse in grado di assicurare parcheggi auto a sufficienza, considerato che in simili circostanze l’afflusso di auto verso il centro quadruplica per l’arrivo di comitive anche da diverse altre province della regione, generando il caos assolto. E invece le aree parcheggio disponibili sono assolutamente insufficienti per ospitare in maniera ordinata simili manifestazioni, per di più in contemporanea, in una città dove le aree di sosta in punti strategici ci sarebbero anche ma vengono utilizzate - come nel caso recente della ex caserma Ederle - per realizzare il sedicesimo parco cittadino, destinato come tutti gli altri a finire nel degrado per gli atti di vandalismo e per la scarsa manutenzione.