Sabato 06 Settembre 2025 | 21:18

Violenza su donne e minori: nel Brindisino oltre 1.500 casi emersi, numeri da capogiro

 
Pierluigi Potì

Reporter:

Pierluigi Potì

Foggia, rinchiude per due giorni la moglie in casa: arrestato

«Un cancro» dice Maurizio Guadalupi, presidente della cooperativa che fornisce servizi di assistenza alle vittime

Sabato 23 Aprile 2022, 17:32

BRINDISI - La violenza su donne e minori continua a rappresentare un “cancro” sociale senza possibilità di cura. Le cronache, del resto, raccontano quotidianamente di episodi più o meno gravi di maltrattamenti, minacce e prevaricazione, subiti soprattutto (ma non solo) in ambito familiare.

In tale contesto, un punto di riferimento quanto mai affidabile è costituito nel territorio di Brindisi dalla cooperativa “Solidarietà e Rinnovamento”, impegnata da vari lustri (per la precisione, da 42 anni) a fornire assistenza di ogni tipo alle vittime di violenza di genere, ma anche in relazione a tante altre problematiche sociali, quali le dipendenze (da droghe e altro), le marginalità, le condizioni dei detenuti in carcere, lo sfruttamento del lavoro minorile e altro ancora, tra cui l’assistenza ai rifugiati e richiedenti asilo (il centro di accoglienza nato in provincia nel 2001 è stato tra i primi in Italia ad essere attivato).

L’attenzione maggiore è però rivolta ai casi violenza e, infatti, la cooperativa gestisce sin dal lontano 1999 il Centro contro l’abuso e il maltrattamento di minori e donne, istituito dal Comune, che in 23 anni ha trattato qualcosa come 1.500 casi (2.113 con i familiari coinvolti).

«Al contrario di altre realtà - dice al riguardo il presidente di “Solidarietà e Rinnovamento”, Maurizio Guadalupi - Brindisi ha mantenuto nel tempo la disponibilità di tutti i servizi via via istituiti, come frutto delle politiche attuate negli anni ‘90 in tema di infanzia e famiglia (su tutte le legge 285). Una rete di servizi sociali che le varie amministrazioni succedutesi nel tempo hanno lasciato invariata, riuscendo a superare l’ostacolo dei tagli al welfare».

Garantire assistenza implica tutta una serie di aspetti da curare nei minimi dettagli: «In primis - prosegue Guadalupi - non è facile stare dietro ad una normativa in materia che è in continua e rapida evoluzione. In generale, si tratta di tematiche assai delicate che richiedono specifiche competenze ed equipe multidisciplinari, composte da un sociologo coordinatore, due psicologi psicoterapeuti, due assistenti sociali, due educatrici professionali e un consulente legale».

Si punta molto anche sulla prevenzione. «Si opera in tre modi: informazione e sensibilizzazione rivolta alla comunità locale, intercettazione precoce del fenomeno (attraverso la messa in protezione di sospette vittime) e diagnosi, trattamento e cura dei possibili esiti traumatici nelle vittime. Non va dimenticato che le “cicatrici” delle violenze subite restano nel tempo e non è semplice liberarsene».

Un “serbatoio” di possibili casi di violenza è il Pronto Soccorso. «Sì, in effetti è lì che si possono cogliere segnali importanti e, in quest’ottica, abbiamo pensato anche a dei progetti di formazione per operatori socio-sanitari affinchè chi opera nel Pronto Soccorso possa accorgersi della sussistenza di episodi di maltrattamento».

Il fenomeno, insomma, trova terreno fertile anche a Brindisi. «Le segnalazioni, purtroppo, sono frequenti, anche se in alcuni casi si tratta di falsi allarmi. C’è poi da considerare l’aspetto legato alla complessità di alcuni casi che richiedono una lunga presa in carico. La riabilitazione può essere molto lungo, specie per chi le violenze le ha subite per anni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)