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Brindisi: due casi di contagio al «Perrino», muore una donna di Ceglie Messapica

 
Pierluigi Potì

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Pierluigi Potì

Infiltrazioni di acqua al Perrino di Brindisi

L'ospedale Perrino di Brindisi

E un uomo di Ostuni finisce in terapia intensiva, ospedale a rischio focolaio Covid

Giovedì 24 Febbraio 2022, 13:37

BRINDISI - Erano al «Perrino» per altre patologie, ma durante il ricovero contraggono il Covid. Dei due pazienti, il primo - una donna di Ceglie Messapica di 72 anni - è morto, mentre l’altro - un uomo di Ostuni, anch’egli anziano - è invece in terapia intensiva.

E’ accaduto nei giorni scorsi all’ospedale di Brindisi all’interno di reparti che nulla hanno a che fare con il virus ed è proprio tale aspetto che preoccupa maggiormente, laddove potrebbe trattarsi di un focolaio, con tutte le ripercussioni che ciò comporterebbe.

Ma andiamo per ordine. La prima a contagiarsi è stata la donna di Ceglie. La 72enne era stata ricoverata al «Perrino» per un aneurisma: come da prassi è stata sottoposta al tampone, che è risultato negativo, e successivamente ad un intervento il cui esito era stato valutato in maniera soddisfacente, a tal punto che la paziente era stata anche dimessa.
Tornata a casa, ha avvertito quasi subito i tipici sintomi del Covid (confermati da un test risultato positivo) e i familiari, considerata anche la gravità della situazione che si era subito prospettata ai loro occhi, l’hanno riportata senza indugio in ospedale, dove però la donna stessa è morta nelle ore successive.

E’ invece attualmente ricoverato in terapia intensiva l’uomo di Ostuni, inizialmente portato al «Perrino» lo scorso 22 gennaio per seri disturbi intestinali. Anch’egli, come da protocollo sanitario, si era sottoposto al tampone all’atto dell’ingresso in ospedale, risultando negativo. Dopo alcuni giorni, il paziente ha cominciato ad accusare febbre e difficoltà di respirazione e, all’esito di un nuovo test, è risultato positivo. Le sue condizioni sono subito peggiorate con conseguente ricovero nel reparto di terapia intensiva, dove peraltro si trova attualmente. Sembra, inoltre, che anche il figlio abbia contratto il Covid, essendo andato più volte a visitare il congiunto al «Perrino».

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: come è stato possibile per i due pazienti infettarsi in reparti no Covid? Da qui, il timore che possa scoppiare (o sia già attivo) un focolaio, creando non pochi grattacapi al sistema sanitario locale.

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