Segregati in casa da due settimane in attesa di un tampone e di una comunicazione dalla Asl che nonostante telefonate e lettere di posta elettronica ancora non arrivano. È il dramma vissuto da Cosimo De Giorgio dalla moglie, l’avvocatessa Emanuela Anna Giove e i due figli di quattro anni.
Lui, sottoposto a tampone è risultato positivo il 23 marzo scorso. Da allora per la famiglia è scattata la quarantena obbligatoria. Il 25 la comunicazione da parte della Asl attraverso la quale la famiglia sarebbe stata sottoposta a tampone nei dieci giorni successivi per via del periodo di incubazione. Da allora in poi nessuna comunicazione.
«Mi chiedo se sia il caso di rivolgersi alle forze dell’ordine per sapere se io sono ancora positivo e se e quando faranno il tampone mia moglie e i miei figli», dice De Giorgio.
«Nemmeno ai solleciti del medico curante che ho contattato per venire a capo della vicenda, è stata data risposta. In queste settimane ci siamo attaccati al telefono. Al numero 0831-537170. Risponde una voce elettronica che dice sostanzialmente: “Dato l’elevato numero di chiamate il personale, non può rispondere mandate una mail per segnalazione”. Abbiamo spedito diverse mail ma dal 25 ad oggi non abbiamo ricevuto risposte da nessuno».
Nel corso di queste due settimane oltre al fatto che nessuno ha contattato De Giorgio per sapere il decorso dell’infezione, la moglie e i figli hanno iniziato a manifestare pochi giorni dopo i sintomi del Covid 19 (nausea, tosse, vomito, spossatezza, febbre) senza possibilità di procedere ad alcuna terapia specifica poichè solo il tampone molecolare può accertarne la positività. Ieri mattina, la moglie di De Giorgio, l’avvocato Emanuela Anna Giove ha scritto all’Asl esprimendo la sua profonda amarezza per il «comportamento a dir poco strafottente». «Io e la mia famiglia siamo chiusi da 15 giorni in casa senza che nessuno abbia mai chiesto informazioni sul nostro stato di salute nonostante le numerose segnalazioni e telefonate; premesso che, comprendo la situazione di criticità e dell'alto numero di contagi nella nostra città ma lo ritengo assolutamente offensivo per la salute di ogni cittadino essere abbandonato dalla sanità che al contrario, dovrebbe tutelarla con qualsiasi mezzo», denuncia. Ma annuncia anche battaglia: «Premesso che allo stato attuale, nessun medico, (curanti e pediatri) si assume la responsabilità di visitare a domicilio i propri pazienti nonostante prestino il giuramento di Ippocrate, invito la Asl di Brindisi a provvedere immediatamente ad eseguire il tampone molecolare a tutti i componenti della mia famiglia; in caso contrario, mio malgrado, sarò costretta a far intervenire le forze dell'ordine, ritenendo sin da subito responsabile l'Asl per eventuali danni arrecati alla mia famiglia la quale, ha subito una vergognosa violazione del proprio diritto alla salute, principio fondamentale e costituzionalmente protetto».