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L'inchiesta
Mimmo Mongelli
23 Gennaio 2021
FASANO - Ha truffato mezza Italia mettendo in vendita, su un negozio allestito su internet, merce di ogni tipo, incassando i bonifici effettuati dagli acquirenti e non consegnando le mercanzie. Nei giorni scorsi il pubblico ministero Giovanni Marino, sostituto procuratore della Repubblica a Brindisi, ha fatto notificare al legale rappresentante di una società di vendita on line la richiesta di rinvio a giudizio. L’imprenditore è imputato per truffa (articolo 640 del Codice penale), «con l’aggravante del fatto che la compravendita è avvenuta on line». La società che, stando a quello che è emerso dalle indagini condotte dalla magistratura brindisina, avrebbe mietuto truffe in ogni angolo della penisola (isole comprese) ha sede a Fasano. Le società, ad onor del vero, sono un paio, ma hanno sede nello stesso immobile e hanno lo stesso legale rappresentante. Nel negozio virtuale – si tratta di un esercizio commerciale online molto conosciuto in rete – vengono messi in vendita, a prezzi estremamente convenienti, articoli di ogni tipo. Tra le sessanta truffe della mega truffa già individuate dalla magistratura ci sono persone che hanno acquistato, pagato e non hanno mai ricevuto poltrone, divani, complementi di arredo, lampade da tavolo, lampadari. Ci sono compratori che ci hanno rimesso anche duemila euro. Dopo aver atteso che la merce acquistata e pagata gli fosse recapitata, intuendo di essere stati vittima di una truffa, i compratori si sono rivolti alle forze dell’ordine (di mezza Italia).
Le molteplici indagini hanno portato a Fasano, ad un paio di società, con sede in pieno centro della città, che usavano lo stesso “negozio” on line per mettere in vendita merce di ogni tipo. La magistratura brindisina ha messo un punto fermo nell’indagine sulla mega truffa online, ma tutto lascia pensare che l’inchiesta sia tutt’altro che conclusa. Nelle settimane scorse i finanzieri della compagnia di Fasano hanno avviato un’ulteriore indagine sulle stesse persone coinvolte nel raggiro ai danni degli utenti della rete. Su questo secondo filone di inchiesta al momento non si sa assolutamente niente, ma non è escluso che a breve potrebbero esserci importanti sviluppi.
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