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Brindisi, si appropriava di garze e altro: indagato un medico

 
Redazione online

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Brindisi, si appropriava di garze e altro: indagato un medico

Il professionista prima è stato sospeso dal servizio e poi è andato in pensione: ora rischia il processo per peculato dopo una denuncia

Mercoledì 08 Maggio 2019, 11:53

BRINDISI - Accusa di peculato per un medico del «Perrino» (ora in pensione) per via di alcuni materiali sanitari spariti.
Gli «ammanchi» riguarderebbero proprio il reparto in cui il professionista prestava servizio.
A conclusione delle indagini, la Procura ha chiesto il processo per il medico ipotizzando - come si diceva - il reato di peculato.
Lo specialista, nel frattempo, ha lasciato il suo incarico ma precedentemente era stato sospeso dal servizio.

Dovrà presentarsi dinanzi al giudice per l’udienza preliminare a luglio per cercare di evitare un delicato processo.
Il decreto di fissazione dalla data è stato notificato sia al medico interessato sia all’Asl, indicata come parte offesa e in quanto tale legittimata a costituirsi nel processo nel caso in cui il gup dovesse accogliere la richiesta del pubblico ministero.
Per la verità, l’Asl brindisina ha già deliberato la costituzione di parte civile con delibera del direttore generale Giuseppe Pasqualone, partendo dalla relazione presentata dal dirigente responsabile della struttura burocratica legale, l’avvocato Maurizio Friolo al quale è stato conferito incarico per rappresentare l’azienda.
Ora, la Asl potrebbe chiedere il risarcimento dei danni ritenuti conseguenza delle condotte contestate nel capo d’imputazione, distinguendo tra quelli materiale e quelli non patrimoniali, legati alla lesione dell’immagine.
A quanto pare, stando a quanto trapelato dallo stretto riserbo che avvolge la vicenda, l’inchiesta sarebbe stata avviata dopo una denuncia presentata nel 2017, partendo da segnalazioni su presunti ammanchi di “materiale sanitario”, da garze a medicinali destinati al reparto nel quale prestava servizio il medico.
Il professionista è accusato di peculato, reato contro la pubblica amministrazione, “perché in qualità di pubblico ufficiale, avendo per ragione del suo ufficio o servizio, il possesso o comunque la disponibilità del materiale” se ne sarebbe appropriato.

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