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Brindisi, ambulatorio strapieno e lunghe ore di attesa: nervi tesi tra l’utenza

 
Pierluigi Potì

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Pierluigi Potì

vaccini

Genitori inviperiti per la lunga fila attendendo il proprio turno e un papà coi nervi a fior di pelle alla fine se l’è presa con la guardia giurata

Martedì 04 Dicembre 2018, 10:16

BRINDISI - Ore e ore di fila, trascorse in attesa del proprio turno, tra sbadigli, proteste e... accenni di risse.
Questo - ed altro - si è registrato ieri mattina nella sala d’aspetto dell’ambulatorio vaccinale dislocato all’interno dell’ex ospedale “Di Summa”, dove sono confluite decine e decine di utenti (e rispettivi genitori o parenti) chiamati ad ottemperare alle disposizioni impartite sulle vaccinazioni obbligatorie per gli adolescenti.

In lista, ieri (peraltro lunedì) c’erano diversi alunni (anno 2007) di quattro scuole medie cittadine, oltre ad un fortunatamente più contenuto numero di neonati, e i biglietti per la prenotazione hanno abbondantemente superato le cento unità, venendo poi “smarcati” al ritmo di 12-13 ogni ora. La naturale conseguenza di ciò è stata la lunghissima attesa (quasi 4 ore) che hanno dovuto sopportare coloro i quali hanno rispettato l’orario di convocazione (dalle 9 alle 11), al limite presentandosi una mezzoretta prima. I più “furbi” hanno anticipato i tempi, ma per sbrigarsi subito hanno dovuto raggiungere l’ambulatorio a... notte fonda: «Ma se io sono arrivato alle 7.15 e ho il numero 32 - si interrogava un papà - chi ha preso i primi biglietti a che ora è venuto: prima dell’alba?». Tale aspetto ha peraltro infastidito più di qualcuno: «Non c’era scritto da nessuna parte nell’avviso che si poteva venire prima per prenotarsi», si lamentava una donna.

Tra i presenti, un signore protestava: «Avevo chiesto un permesso di due ore, ma ho avvisato subito che ne avrò per molto più tempo e così ho preso un giorno di ferie».
Durante l’attesa, tenere fermi i figli di 11-12 anni era un’impresa e ad accorgersene è stata la guardia giurata in servizio all’ingresso del presidio. Per ben tre volte è entrato nella sala d’attesa e ha rimproverato i genitori per aver lasciato i ragazzini liberi di scorrazzare nel cortile, sino a quando non si è scontrato (per fortuna solo verbalmente) con un papà che, con i nervi ormai a fior di pelle dopo quasi tre ore di attesa, ha invitato il vigilante a prendersela... con quelli dell’ufficio vaccinazioni.
In questo scenario poco gratificante, il personale sanitario è rimasto dietro le quinte a profondere il quotidiano impegno nel rendere il più veloce possibile le operazioni di vaccinazione. Vittime anch’essi di un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti. 

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