I carabinieri le trovarono in casa un quintale di marijuana. A distanza di dieci mesi dal blitz per Ada Semeraro, 72 anni, francavillese, si sono aperte le porte del carcere. La pensionata, che è stata raggiunta da un provvedimento definitivo di carcerazione, deve scontare una condanna a due anni e 11 mesi di reclusione. A notificarle il provvedimento restrittivo sono stati i carabinieri, che l’hanno poi condotta nel carcere di Taranto.
Sino al 29 gennaio scorso, giorno in cui fu arrestata in flagranza di reato, la 72enne francavillese era una insospettabile.
Ad eseguire la perquisizione nell’abitazione della pensionata, che è ubicata al quarto piano di una della palazzine dello Iacp site nella zona 167 di Francavilla Fontana, furono i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni, che quel giorno andarono appositamente in trasferta nella città degli Imperiali. Nel vano cantina, adibito a legnaia, che era chiuso a chiave, i militari dell’Arma rinvennero 7 buste in plastica nere, del tipo di quelle impiegate per depositare i rifiuti condominiali, al cui interno c’erano 86 panetti di marijuana essiccata del peso complessivo di 91,7 chili. Si tratta di un quantitativo di “erba” che, una volta immesso sul mercato e spacciato al minuto, avrebbe fruttato ai pusher almeno 200mila euro.
La circostanza che ad effettuare la perquisizione a casa della pensionata furono i carabinieri di San Vito è la prova provata che i militari dell’Arma stavano seguendo una pista ben precisa. Su una cosa inquirenti e investigatori non hanno mai avuto alcun dubbio: la sostanza stupefacente era stata affidata alla pensionata da qualcuno. Chi aveva “assunto” la vedova come custode della marijuana evidentemente pensava che a nessuno sarebbe mai venuto in mente di andare a perquisire la cantina della sua abitazione.