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Brindisi, in città chiudono negozi al ritmo di dieci al mese

 
P. Potì

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P. Potì

NEGOZI

Dall’ultimo report sul sistema imprenditoriale, pubblicato nei giorni scorsi sul sito della Camera di Commercio di Brindisi e relativo al trimestre luglio-settembre 2018, emerge che il commercio al dettaglio il segno è invece negativo.

Domenica 18 Novembre 2018, 10:33

BRINDISI - Il commercio, a Brindisi come in provincia, continua a perdere... pezzi.
Dall’ultimo report sul sistema imprenditoriale, pubblicato nei giorni scorsi sul sito della Camera di Commercio e relativo al trimestre luglio-settembre 2018, emerge infatti che, mentre per le imprese in generale il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni è in positivo (ne parliamo nell’articolo in basso, ndr), per il commercio al dettaglio il segno invece è - ancora una volta - in negativo.
Complessivamente, in provincia il settore ha avuto una battuta d’arresto dello 0,3% rispetto a dodici mesi prima (46 iscrizioni a fronte di 85 cessazioni), una percentuale destinata però a salire in riferimento al comune capoluogo. Brindisi, in effetti, è il territorio che ha subito le perdite più ingenti, con quasi il doppio delle chiusure (30) rispetto alle nuove iscrizioni (solo 17), e un calo dell’1,6% in confronto allo stesso trimestre del 2017. In pratica, nel periodo preso a campione dall’indagine, il comparto si è trovato con 13 negozi in meno.

Sono dati davvero preoccupanti, laddove la chiusura non investe solo ed esclusivamente esercizi commerciali di recente apertura, ma anche “nomi” storici (vedi “Marino”, l’ultimo a tirare i remi in barca) che svolgevano l’attività da diversi lustri. E che dire dei tre corsi principali del centro cittadino dove buona parte dei locali adibiti ad uso commerciale è soggetta ad un continuo riciclo? E dove, peraltro, un buon 20% è sfitto (anche per via dei costi troppo esosi)?
Al capoluogo, insomma, spetta la “palma” (in negativo) di realtà più penalizzata, pur potendo contare su 1.315 aziende registrate (il 18,7% del dato complessivo, pari a 7.004 unità), di cui 1.133 attive. Ma il commercio è in crisi anche in tanti altri comuni della provincia. Per la precisione nel 50% dei casi, essendo dieci quelli risultati in negativo. Nell’ordine, Torre Santa Susanna (-3,4%), San Pietro Vernotico (-1,9%), Francavilla Fontana, San Michele Salentino e Torchiarolo (-1%), Latiano (-0,9%), Mesagne (-0,7%), Ceglie Messapica (-0,3%) e Fasano (-0,1%). Inoltre, in ben cinque di essi - Cellino San Marco, Cisternino, San Pancrazio Salentino, Torchiarolo e Torre Santa Susanna - tra l’1 luglio e il 30 settembre 2018, non si è registrata neanche una singola apertura di esercizi commerciali.
La migliore performance, al contrario, è appannaggio del comune di San Donaci (+3,5%), seguito da Cisternino (+2,9%), Carovigno (+2%), Villa Castelli (+1,9%) e Ostuni (+1,5%). Stazionario, invece, il dato nei comuni di Cellino San Marco, Erchie e San Vito dei Normanni.

Quanto, infine, al numero di imprese registrate al 30 settembre scorso, dopo Brindisi (che ne conta 1.315), segue Francavilla Fontana (972), Fasano (742), Ostuni (730), Mesagne (424), Latiano (313) e San Vito dei Normanni (306).

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