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Trani, la Darsena in gestione ai privati. Amet: «Uno scippo a nostro danno»

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, la Darsena in gestione ai privati. Amet: «Uno scippo a nostro danno»

Il sindaco In consiglio comunale: «Non siamo più in grado di sostenere un investimento così oneroso come quello di un porto turistico che funzioni davvero»

Sabato 29 Giugno 2024, 12:55

TRANI - La darsena comunale si prepara a passare da Amet ai privati, ed Amet si prepara ad avere un nuovo amministratore delegato, perché quello in carica si è, di fatto, auto revocato. Un autentico terremoto politico amministrativo, avvenuto nel giro di pochissime ore, tra un consiglio comunale che ha riscritto la storia del porto turistico ed una pesantissima nota del giorno dopo dell’avvocato Angelo Nigretti, figura apicale del Cda della ex municipalizzata di piazza Plebiscito, che nella darsena comunale gestisce il servizio di assistenza e diportisti.

Partiamo dal provvedimento in cui l’assemblea elettiva conferma che il porto di Trani resterà prevalentemente turistico, ma difficilmente potrà avere quella che, forse ancora per poco, si chiamerà darsena comunale. Approvato a maggioranza con 22 voti favorevoli (Bottaro, Tommaso Laurora, Marinaro, Patrizia Cormio, Avantario, Cuna, Di Tullo, Mannarizio, Ruggiero, Parente, Loconte, Befano, Savino Cormio, Corrado, Biancolillo, Topputo, Cirillo, di Gregorio, Mastrototaro, Erika Laurora, Corraro, Scialandrone), 5 contrari (Palumbo, Di Leo, De Toma, Centrone e Ferri) e 6 assenti (Branà, Cornacchia, Di Meo, Angiolillo, Morollo).

Il provvedimento nasce per il fatto che la scadenza della concessione comunale è fissata al 31 dicembre 2024 e che dopo di questa va comunque «assicurata una infrastruttura portuale - si legge in delibera - che garantisca i necessari i servizi per l’ormeggio di imbarcazioni da diporto nautico ed in transito».

Pertanto il consiglio comunale dà atto del fatto che «per il servizio di approdo turistico non ricorrono le condizioni legislative per riservare all’amministrazione comunale (e di conseguenza ad Amet, ndr) la gestione del servizio, tenuto conto che il mercato è nelle condizioni di assicurare la soddisfazione dei bisogni degli utenti con livelli di efficienza ed efficacia più elevati rispetto a quelli oggi in essere, anche alla luce dei rilevanti investimenti necessari al rinnovo delle infrastrutture ed alla mancanza di risorse finanziarie ed anche tecnico amministrative all’interno dell’ente».

Vani gli appelli della minoranza a rinviare il provvedimento di almeno trenta giorni, per costituire una commissione ad hoc che potesse elaborare una soluzione alternativa tale da salvare Amet: il dirigente dell’Area urbanistica, Andrea Ricchiuti, ha fatto sapere che potrà solo eventualmente recepire eventuali novità legislative, provenienti dal governo nazionale in direzione di una eventuale proroga delle concessioni demaniali al 2033, solo entro l’aggiudicazione di una gara che in ogni caso dovrà emanare.

Il sindaco, Amedeo Bottaro, è apparso alquanto fatalista: «Tutte. Le abbiamo provate tutte, ma è un dato di fatto che i tempi sono cambiati. Oggi non siamo più oggettivamente in grado di sostenere un investimento così oneroso come quello di un porto turistico che funzioni davvero».

Tradotto in soldoni, il porto di Trani potrebbe rilanciarsi ma, ove ciò dovesse avvenire, sarà per mano dei privati.

Nigretti, senza mezzi termini, parla di «ennesimo scippo ai danni dell’Amet e di Trani. Il mazziere napoletano (Bottaro, ndr), abile nel gioco delle tre carte, ha convito i suoi 21 consiglieri a votare per lasciare il porto di Trani in mani di privati, senza pensare ai riflessi sulla città, all’ennesimo servizio perso da Amet e all’Amet ed al futuro dei dipendenti della darsena».

Nigretti rivela anche che, dopo pubblica illuminazione e darsena, «la prossima settimana il nostro amato sindaco porterà a casa la terza vittoria contro l’Amet sulla sosta a pagamento, che perderemo allo stesso modo nell’ambito di un progetto integrato con il Trasporto pubblico locale. E per fortuna il Tpl scadrà nel 2026, quando Amedeo avrà terminato il suo mandato e con il nuovo sindaco (semmai dovessi ancora rimanere in Amet, ma non credo dopo questa nota) - ironizza Nigretti - si potrà programmare una serie di interventi mirati».

Per il momento il primo cittadino non replica, ma si aspetta le dimissioni di un Ad che pure è stata una sua espressione fiduciaria. A parlare invece sono Piazzolla e Caputo, che si dissociano dal comportamento dell’avvocato Nigretti spaccando il Cda di Amet. «Nigretti agisce da uomo solo al comando. Ora ci si aspettano le sue immediate dimissioni. In alternativa si chiede la convocazione urgente di una riunione del consiglio durante la quale l’avvocato Nigretti dovrà rendere conto delle dichiarazioni pubbliche rese nell’adempimento dell’incarico di manager pubblico».

Nel frattempo un cittadino, Domenico Erriquez, descrive sui social i problemi della darsena con parole lontane dal politichese. «Ponteggi gravemente deteriorati, legname completamente logorato, viti che fuoriescono con il pericolo di farsi davvero male oggi addirittura mancava l’acqua. Però i soldi li pretendono, sanzionando chi paga in ritardo anche di qualche giorno. E allora la gente preferisce spostarsi e andare via, nell’incapacità di valorizzare quelle potenzialità che la nostra bella città offre».

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