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Discarica di Trani, il nodo chiusura

 
nico aurora

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Discarica di Trani, il nodo chiusura

Terminata la messa in sicurezza, ci si interroga su come intervenire sui tre lotti. Bisognerà sbancare una porzione di rifiuti preesistenti

Lunedì 04 Dicembre 2023, 13:16

TRANI - La messa in sicurezza di emergenza della discarica di Trani è finalmente terminata, ma adesso inizia la fase più importante e dedicata: chiudere definitivamente i primi due lotti e colmare il terzo dopo avere riparato la parete oggetto dell’incidente di dieci anni fa.

La riparazione sarà già di per sé un problema, perché bisognerà sbancare una porzione di rifiuti preesistenti per intervenire. Ma il vero nodo verrà dopo, scegliendo con quale tipo di materiale giungere al piano campagna: inerti o nuovi rifiuti?

Il dato di partenza è che il dirigente dell’Area urbanistica, Andrea Ricchiuti, ha approvato lo stato finale delle opere di messe in sicurezza di emergenza dei tre lotti della discarica per rifiuti solidi urbani sita a Trani, in contrada Puro vecchio.

L’impianto è chiuso da settembre 2014 a causa del cedimento di una porzione di parete nel terzo lotto, dal quale era filtrato percolato finito in falda. Per tale problema è tuttora in corso un processo innanzi il Tribunale di Trani, per l’ipotesi di disastro ambientale in concorso, giunto quasi alle battute finali.

La pubblica accusa ha formulato alcune richieste di condanna nei confronti di ex amministratori comunali e dirigenti regionali, non luogo a procedere per prescrizione ed assoluzioni nei confronti di altri imputati. Ed il Comune di Trani, costituito parte civile nel dibattimento, ha chiesto un risarcimento di 1 milione di euro a carico degli eventuali condannati.

Parallelamente, però, si è dovuto evitare che il pericolo determinato da quell’incidente compromettesse ulteriormente l’ambiente circostante. Così, nel 2016, il sindaco Amedeo Bottaro firmò l’ordinanza di chiusura definitiva della discarica, assumendosi una enorme responsabilità anche dal punto di vista finanziario, perché il Comune di Trani si fece carico di una serie di interventi di estrema urgenza soprattutto con riferimento all’emungimento del percolato nell’attesa di un finanziamento della Regione che, per fortuna, sarebbe arrivato: 7 milioni e mezzo.

Grazie a quello è stata avviata la messa in sicurezza in emergenza ufficiale dell’ormai ex discarica, con un quadro economico definitivo di 6.500.000 euro, di cui 5.237.000 per lavori. Per giungere all’approvazione dello stato finale si è passati attraverso cinque stati di avanzamento lavori, una variante in corso d’opera da 113.000 euro ed un ultimo stanziamento di 28.000 euro in favore dell’impresa esecutrice, la Gecos-Sintergy di Andria, che nel frattempo aveva ceduto il credito ad una società di Reggio Emilia.

Adesso, se si chiude una pagina che rende certamente più sereno il quadro, se ne apre un’altra che chiamerà nuovamente in causa il consiglio comunale, ponendolo di fronte ad una delicatissima responsabilità: come colmare il terzo lotto, che è stato riempito solo per metà?

«Abbiamo due strade da percorrere – risponde il sindaco, Amedeo Bottaro -: la prima è utilizzare materiale inerte con una spesa altissima a carico del Comune, visto l’enorme volume da riempire per giungere al piano campagna; la seconda è tornare ad accogliere rifiuti che, però, non saranno tal quali come prima, ma la parte residuale dell’indifferenziato che la Regione dovrà autorizzarci a ricevere».

Dunque, nel primo caso Palazzo di città si troverebbe di fronte ad una soluzione assolutamente eccellente dal punto di vista dell’impatto ambientale, ma notevolmente costosa sotto il profilo finanziario e per la quale non saprebbe fino dove potrebbero spingersi eventuali nuovi finanziamenti regionali. Nel secondo caso si autofinanzierebbe la chiusura della discarica, anche generando utili dai versamenti dei Comuni conferenti, attraverso rifiuti assimilabili agli inerti ma anche tempi evidentemente più lunghi.

Il quadro finale sarà di due lotti definitivamente chiusi, con formazione del bosco sulla loro superficie, ed un terzo lotto senza alcun sopralzo ma allo stesso modo destinato ad una analoga operazione di chiusura con verde e alberature.

Il percorso di addio alla vecchia discarica è ancora lungo ed irto di ostacoli, ma nel frattempo - se possiamo paragonarla ad un paziente degente – quanto meno lo stesso è uscito dalla terapia intensiva e adesso può iniziare una progressiva riabilitazione.

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