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L’indimenticabile bigliettino di Staino in un liceo di Barletta

 
Giuseppe Dimiccoli

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Giuseppe Dimiccoli

L’indimenticabile bigliettino di Staino in un liceo di Barletta

Nel maggio 2010, l’incontro tra il fumettista e gli studenti: un intellettuale con il sorriso

Lunedì 23 Ottobre 2023, 09:00

BARLETTA - Un vezzo che solo lui, come pochissimi, poteva permettersi. Un bigliettino da visita di quelli da conservare gelosamente. E così ho fatto. Semplice. Bianco. Con lo scritto solo da un lato. I disegni presenti? Chiaramente i suoi. Di chi scriviamo? Sergio Staino. Ovvero il grande giornalista – fu direttore dell'Unità - e fumettista morto l'altro giorno all’età di 83 anni.

Il bigliettino me lo diede mi fece capire che non lo faceva con tutti. Ricordo bene il rituale. Lo sfilò da una agendina di color rosso che aveva nella tasca del suo giubbotto. Io ricambiai con il mio. Quasi arrossendo.

Staino da tempo malato era stato il padre e la madre di alcuni personaggi iconici. Concepiti grazie al suo ingegno veicolato dalla matita. La adorava. Il personaggio più noto? Bobo.

Aveva più satira nel suo sangue che globuli rossi, bianchi e piatrine. E lo dimostrò, con simpatia e attenzione, l'8 maggio del 2010 quando incontrò le studentesse e gli studenti del Liceo Classico «Casardi» di Barletta, all’epoca diretto da Giuseppe Lagrasta, durante un evento organizzato dall'associazione culturale Liberincipit. Scherzava con tutti. Fu garbato. Non faceva pesare il suo essere Staino.

In quell'incontro si continua a sentire «professore di scuola». Aveva insegnato ed era rimasto nel suo cuore. Incantò tutti. Grandi e piccoli. Anche i più riottosi. Conversò in maniera amabile e sincera utilizzando le parole al pari della sua matita.

Mi disse: «Io nasco come insegnante di educazione tecnica in una scuola. Per me entrare in contatto con i ragazzi è sempre stata la scoperta di un mondo in continuo rinnovamento ed evoluzione. Mi hanno sempre dato moltissimo e già il fatto di costringermi ad aggiornarmi per me è stato fondamentale».

E poi: «Dai ragazzi cerco Il dialogo. Sempre il dialogo. Indispensabile che avvenga. Se ci si mostra attenti ai loro interessi, se li si ascolta con attenzione loro fanno ugualmente con te. È importante capire le loro paure e le loro inquietudini. In buona sostanza i ragazzi mi hanno insegnato a capire il cambiamento dei tempi».

A proposito del fumetto fu lapidario: «È un linguaggio molto ibrido. Accessibile a tutti e non è un caso che nasce come letteratura popolare». Rimase innamorato di Barletta e della Puglia: «Passeggiare per il centro storico è stato piacevole. Ha confermato il mio lusinghiero giudizio in merito alla Puglia». Poi, la chicca finale a proposito della statua di Eraclio: «Mi ha fatto molta simpatia. Ho pensato a chi lo ha “costruito” e tutte le fasi della fusione e del trasporto. Una statua unica e bellissima».

Grazie maestro per il bigliettino da visita. Se possibile lo conserverò con maggior cura.

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