BARLETTA - «Una condizione di lavoro che non esito a definire inqualificabile. Scriviamo da anni in merito quello che vivono i medici del 118 ubicati nel vecchio ospedale. Lo Spesal per molto meno ha chiuso fabbriche». È incontenibile il dottor Benedetto Delvecchio, segretario provinciale della Fimmg - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale -, in merito «alla intollerabile situazione che vede il 118 come cenerentola di una sanità pubblica alla deriva buona solo quando deve sanare emergenze. In quelle circostanze diventiamo eroi non dimenticando le liste di attesa insopportabili, mancanza di personale, definanziamento, turni massacranti che demotivano gli addetti e invadenza del privato. È chiaro perchè c’è la fuga al pensionamento?».
«Già con la precedente direzione generale della Asl Bt e al sindaco Cannito, in merito alla vicenda del 118 a Barletta, ho chiesto il trasferimento e effettuammo un sopralluogo ai locali dello stabile del Principe di Napoli in piazza Plebiscito ma stiamo ancora aspettando. Il 118 a Barletta sta in luogo assurdo: area urbana con relativi problemi traffico e parcheggio, personale alloggiato in locali inidonei i medici stanno al terzo piano e mi sembra assurdo che sebbene la Asl affermi di aver presentato l’anno scorso un progetto di ristrutturazione per i locali nei pressi di piazza Plebiscito tutto sia ancora fermo».
A novembre del 2020 l’allora direttore generale Delle Donne dichiarò: «Lo spostamento del 118 di Barletta dall'ospedale Dimiccoli alla sede del distretto in piazza Umberto I è una scelta contingibile dettata dall’urgenza di ampliare gli spazi al momento destinati al Pronto Soccorso».
Delvecchio afferma: «Pochi giorni le colleghe Michela Bruno, Pasqua Maria Angela Casardi, Rita Maria Messanelli, Silvana Rosetta Napoletano con il collega Antonio Giuseppe Di Noia, medici della postazione 118 Barletta Mike, hanno scritto a me e al segretario provinciale settore 118 Bt Mauro Ferrante una missiva nella quale chiedono “il cambio dei locali adibilia postazione 118 Barletta».
«Una richiesta più che sacrosanta alla luce del fatto che sono stati allocati al terzo piano del vecchio presidio ospedaliero Umberto I in vico Pozzo Sant'Agostino a Barletta».
I «medici della postazione 118 Mike» affermano: «denunciamo quanto è accaduto in questi giorni: nonostante le numerose segnalazioni verbali e scritte, è stata nuovamente riscontrata la presenza di api, oltre che di formiche, in quantità copiose nei locali in cui il personale del 118 sosta durante il servizio h24 senza dimenticare l'aggirarsi di topi nei locali comuni. Vista la letterale invasione dello sciame d'api, con non poche difficoltà, sia in termini di tempestività di intervento che in termini di disagio logistico, per il quale il personale medico infermieristico ha dovuto sostare per intero i turni nei corridoi, si è ottenuto il sopralluogo e l'intervento del tecnico proposto. Del pronto intervento i medici si sono interessati per ridurre i tempi, considerando la pericolosità della presenza di api e il fatto che i solleciti precedenti siano stati assolutamente ignorati».
E poi: «Da tempo si è reso noto, già al momento del trasferimento in tale sede che le postazioni occupano locali inadeguati dal punto di vista ambientale e igienico-sanitario, non rispondendo ai requisiti minimi previsti per i luoghi di lavoro, secondo quanto previsto dal dlgs 81/08. Non esiste uscita di emergenza per il corridoio in cui i locali sono situati, il cui passaggio inoltre è ostacolato da ingombri. Si aggiunge il disagio dovuto all’ubicazione al terzo piano che ostacola la tempestività richiesta nel servizio, che è ovviamente tempo dipendente, e ancor più nota inadeguatezza della collocazione delle ambulanze esposte ad intemperie (nei giorni di maggior caldo il vano ambulanza con 49 gradi) e ad atti di vandalismo».
Aggiungono i cinque medici denuncianti: «Tutto il personale medico, che assicura la copertura dei turni di lavoro, sottoponendosi a turni massacranti, a causa della carenza dei medici, non è più disposto a tollerare una situazione che leda i diritti di lavoratori. Si chiede che venga richiesto con urgenza l'unico provvedimento risolutivo possibile, ossia una diversa collocazione in locali idonee sia nella logistica che nelle norme igieniche della postazione interessata».
La conclusione di Delvecchio: «Credo che questa lettera che abbiamo ricevuto debba ottenere delle immediate risposte e sin da ora come Fimmg rimaniamo in attesa di essere convocati per trovare la doverosa soluzione».