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Trani, entra nel vivo il processo sulla discarica

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Trani, entra nel vivo il processo sulla discarica

L’inchiesta per disastro colposo avviata nel 2014. L’accusa: mancava l’impianto biogas

Venerdì 12 Maggio 2023, 12:30

TRANI - Si avvia alla conclusione il processo per il disastro colposo sulla discarica Amiu di Trani. Nel corso dell’udienza di ieri è stata sentita una geologa, consulente della difesa, che ha riferito in merito alla situazione della discarica ed alla sua capienza. Si tornerà in aula il prossimo 8 giugno, quando proseguiranno le deposizioni dei testimoni indicati dai 19 imputati.

A giudizio sono finiti gli ex sindaci Luigi Riserbato e Giuseppe Tarantini, gli assessori all’Ambiente fra il 2010 e il 2014 (Giuseppina Chiarello e il suo successore Giuseppe De Simone), ex amministratori della società Amiu (che gestiva la discarica) e dirigenti regionali del settore ambientale.

Le accuse contestate a vario titolo - in un primo momento le indagini furono avviate nel 2014 dal pm Michele Ruggiero, ora a rappresentare l’accusa c’è il collega Francesco Tosto - sono quelle di disastro ambientale, omissione di atti d’ufficio, gestione continuata di rifiuti in mancanza di autorizzazione, ed emissioni non autorizzate.

Secondo la Procura, la mancata realizzazione di un impianto di captazione e trattamento del biogas avrebbe determinato un grave inquinamento atmosferico: la sostanza in questione, esercitando una forte pressione sulle pareti della discarica, ha poi determinato la fuoriuscita di percolato con conseguente dispersione in falda. Tant’è che secondo i magistrati c’era un concreto rischio di esplosione.

La battaglia giudiziaria fra accusa e difesa si basa essenzialmente sulle consulenze: quella della Procura - redatta dal professor Luigi Boeri - è stata acquisita agli atti del processo perché il professionista non ha potuto riferire in aula per problemi di salute. La difesa, invece sostiene che la fuoriuscita di percolato sia dovuta ad un cedimento strutturale della parete della cava e non a negligenze progettuali. Nelle liste testimoniali depositate dalla difesa all’inizio del processo, iniziato nel 2019, compaiono 13 nomi, fra cui anche quello dell’ex presidente della Regione, Nichi Vendola, che all’epoca dei fatti rivestiva l’incarico di commissario delegato per l’emergenza rifiuti. Nel luglio 2012 fu proprio lui ad emanare l’ordinanza con la quale, dando atto della chiusura della discarica di Giovinazzo, venne disposto il conferimento dei rifiuti a Trani: ma le difese valuteranno se procedere alla citazione, perché nel frattempo la testimonianza dell’ex governatore potrebbe risultare superata. Si sono costituiti parte civile il ministero dell’Ambiente ed il Comune di Trani.

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