TRANI - Confermata anche in appello la condanna a 30 anni di carcere per Patrizio Romano Lomolino, il 41enne tranese ritenuto colpevole dell’omicidio del cittadino brasiliano Aldomiro Gomes, transessuale noto come Tatiana trovato morto il 18 febbraio 2007 alla periferia della città, in località Schinosa.
I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Bari - presieduta dal giudice Salvatore Grillo - hanno confermato nel quantum la sentenza di primo grado emessa con rito abbreviato il 13 luglio 2021 dal gup del Tribunale di Trani. Per quanto riguarda le contestazioni, invece, è caduta l’aggravante dei futili motivi.
La vittima venne ritrovata esanime accanto alla sua auto, una Fiat Uno di colore grigio a bordo della quale era solita ricevere i clienti. Il decesso - secondo l’autopsia - è stato causato da un gravissimo trauma cranico.
Secondo l’impostazione accusatoria - formulata sulla scorta delle indagini da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo - Lomolino, con l’aiuto di un complice, avrebbe finto di volersi appartare per poi tentare di farsi consegnare il denaro posseduto dal transessuale, appena 35 euro. Davanti al rifiuto dello stesso, Lomolino avrebbe iniziato una colluttazione, per poi colpire ripetutamente il cranio della vittima con lo sportello della sua stessa auto.
In un primo momento, le indagini sull’omicidio non diedero alcun esito.
La svolta arriva nel 2015, con le dichiarazioni del pentito Luigi Colangelo, che nel 2007 era stato in carcere per due mesi insieme con Lomolino, anche se non nella stessa cella.
«Lui il fatto disse si fece caricare nella macchina come se voleva fare qualcosa e poi quando arrivò sul posto la...fu fatto l’omicidio», dichiara ai magistrati della Dda.
Colangelo aggiunge di aver parlato con Lomolino in diverse occasioni «più volte...diciamo due o tre volte... perché io...quando lui me lo disse...il giorno dopo io gli chiesi ma perché l’hai fatto... per 50 euro 100 euro non si fa così...disse no quello è un pezzo di merda...dovevano dare tutti i soldi...poi uscì il discorso che voleva i soldi da tutti». E ancora: «aveva fatto credere che doveva fare qualcosa altrimenti non se lo caricava nella macchina (...) ce l’aveva con i trans e le prostitute».
Il collaboratore fornisce una serie di elementi che collimano perfettamente con le risultanze medico legali, spiegando che l’imputato avrebbe colpito la vittima «con una pietra...una cosa del genere...così io mi ricordo che lo disse...io mi ricordo con la pietra... però non voglio... non sono sicuro su questo fatto qua...se ha detto con lo sportello o con la pietra».
Nel 2017 di Lomolino parla anche Salvatore Fiore: «Posso dire che ha commesso l’omicidio del transessuale Tatiana, prima lo ha stonato con colpi in testa e poi lo ha finito schiacciandole la testa fra il piantone e lo sportello dell’auto (...). Questo me l’ha detto lui perchè si vantava delle cattiverie che faceva: ricordo che una sera siamo andati a bere una birra e lui mi ha detto il fatto».
Alcuni mesi più tardi della vicenda parla anche un terzo pentito, Vito Corda. «Si sentiva dire in giro che Lomolino andava a dare fastidio ai trans, nel senso che li rapinava - dice - lui mi raccontò che si era trattato di una rapina finita male; più precisamente di una rapina che era andato a commettere lui insieme a... che in quelle ore se ne stava rintanato in casa “cacato sotto”. Come lo conosco io Lomolino non lo conosce nessuno; lui è pericolosissimo e capace di ammazzare anche con le mani nude». Non riferisce dettagli in merito alla dinamica, ma sostiene che si fosse trattato «di una rapina finita male perchè Gomes aveva reagito». Aggiunge inoltre di essere a conoscenza di motivi di attrito fra l’imputato e la vittima, poichè quest’ultima difendeva i transessuali che frequentavano lo stradone.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Lomolino si è dichiarato innocente, sostenendo che con Corda i rapporti erano sempre stati conflittuali, e anche con gli altri due c’erano motivi di acredine personale.
Non appena saranno depositate le motivazioni, la difesa presenterà ricorso per Cassazione.