TRANI - Era arrivato a Trani, nell’estate 2020, come presunto salvatore della patria calcistica: ne fuggì da lì a poche settimane con i soldi degli abbonamenti mai restituiti. Per questa circostanza Danilo Quarto, presidente della United Sly Trani, è stato citato a giudizio dalla Procura di Trani per appropriazione indebita reiterata e dovrà rispondere in tribunale dell’accusa di avere trattenuto 9.800 euro. Si tratta dell’importo complessivo di 367 tessere di abbonamento rilasciate in favore di 170 tifosi che credevano ciecamente nel suo progetto e fecero un’autentica corsa contro il tempo per conquistarsi un posto allo stadio.
Quarto, però, annunciò il disimpegno da Trani e tutti quei sostenitori attivarono una class action facendosi rappresentare dall’avvocato Giovanni Marchio: obiettivo, farsi restituire quei soldi per una questione soprattutto di principio. Infatti, avevano riposto fede calcistica nell’imprenditore della Security e ne erano stati ripagati con un doppio tradimento: abbandonare Trani senza neanche iniziare il campionato; portare via con sé anche gli incassi delle tessere.
Eppure, dopo che aveva annunciato il suo grandioso progetto di portare il Trani fra i professionisti in tre anni, quando arrivò in città Quarto fu accolto davvero da trionfatore, persino con cori e fumogeni alle porte di Palazzo di Città. Tale circostanza, peraltro non piacque per nulla al prefetto dell’epoca, Maurizio Valiante, che tirò le orecchie al sindaco Amedeo Bottaro che quel pomeriggio, con i tifosi festanti sulla scalinata e nell’androne della casa, anche in barba alle prescrizioni covid, accolse nel suo ufficio Quarto dandogli una generica disponibilità ad utilizzare lo stadio comunale.
Ma il vero obiettivo dell’imprenditore era gestire la struttura sportiva quasi a propria immagine e somiglianza. Così, resosi conto dell’impossibilità di fare ciò, si allontanava da Trani smantellando una squadra già quasi completamente costruita e lasciando i tifosi con l’ennesimo sogno calcistico sfumato e 367 tessere fantasma, almeno fino ad oggi. Adesso, infatti, è arrivata la citazione diretta in giudizio sebbene per udienza ci vorrà oltre un anno: infatti, l’udienza avrà luogo il 20 dicembre 2023. Più nel dettaglio, il sostituto procuratore presso il Tribunale di Trani, Maria Isabella Scamarcio, scrive che Quarto, «al fine di procurarsi un ingiusto profitto nella qualità di legale rappresentante della società, si appropriava indebitamente delle somme versate da quelle persone a titolo di corrispettivo dell’abbonamento annuale, per un importo complessivo pari a circa 9.800 euro».
Nel giudizio, ovviamente, le persone offese saranno tutte rappresentate dallo stesso avvocato Marchio sulla base della cui denuncia, datata 2 novembre 2020, la Procura ha ritenuto di procedere nei confronti dell’odierno imputato.
Alla denuncia, peraltro, si era arrivati dopo che Quarto aveva illuso i tifosi circa la restituzione delle tessere. In un post sulla sua pagina social scrisse che coloro che avevano acquistato gli abbonamenti in prevendita avrebbero avuto cinque giorni lavorativi per inviare i propri documenti e le ricevute dell’abbonamento. Il post, però, veniva cancellato poche ore dopo la pubblicazione e mai ai tifosi fu fornita alcuna indicazione ufficiale per accedere alle modalità di rimborso.
Il legale, inoltre, prima di procedere alla vera e propria denuncia, aveva anche inviato una raccomandata a Quarto chiedendogli la restituzione delle somme indebitamente incassate ed indicando il suo indirizzo per adempiere alla restituzione entro sette giorni: Quarto però, a quella raccomandata non rispose mai. Da qui s’è passati alla vera e propria denuncia, in cui si sostiene che «è stato leso il rapporto fiduciario fra i tifosi ed il soggetto sul quale incombe l’obbligo di restituire il denaro posseduto».