ANDRIA - Estorsioni, danneggiamenti, incendi e furti in danno di imprenditori agricoli nell’area murgiana e pre-murgiana di Andria e Minervino Murge, nel Nordbarese, uccisione di animali e detenzione illecita di armi. È stata eseguita questa mattina una vasta operazione dei carabinieri che hanno arrestato 17 persone tutte residenti nella Bat e nelle province di Bari, Potenza e Salerno.
Svelata l’esistenza e l’operatività di due gruppi criminali - tra loro indipendenti e con propaggini estese a Montemilone e Poggiorsini - che attraverso l’impiego di metodi violenti nei confronti di imprenditori agricoli o proprietari di terreni si contendevano la supremazia nel controllo del territorio, cercando di imporre servizi di guardiania abusiva a titolo di protezione.
Undici episodi di danneggiamento di colture agricole, dieci di furto e sei estorsioni, oltre a incendi dolosi, ricettazione e ancora illecita concorrenza, induzione indebita a dare o promettere utilità, uccisione di animali e detenzione illecita di armi da fuoco. Di questo sono accusate le 17 persone, dieci delle quali in carcere e il resto ai domiciliari, arrestate all’alba di oggi in una operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Barletta - Andria - Trani, Foggia, Bari, Potenza, Salerno e i militari del nucleo elicotteri, cacciatori di Puglia e cinofili di Modugno con cui hanno dato scacco alla criminalità rurale della murgia a nord di Bari e barese. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani e condotte dai carabinieri di Minervino Murge e Andria, sono state avviate nel 2020 all’indomani di alcune denunce per danneggiamento di culture agricole. Secondo gli inquirenti, nell’area del territorio murgiano e pre murgiano ricadente nei comuni di Andria e Minervino Murge avrebbero spadroneggiato due distinti gruppi criminali con propaggini fino in Basilicata a Montemilone e Poggiorsini nel barese, che con la violenza erano riusciti ad assoggettare le comunità locali, compiendo estorsioni, danneggiamenti e furti ai danni di imprenditori agricoli e proprietari di terreni, contendendosi il controllo del territorio, imponendo servizi di guardiania abusiva a titolo di protezione. Alcuni degli indagati riuscivano a imporre i prezzi dei prodotti ortofrutticoli in alcuni esercizi commerciali di Minervino Murge, portando la concorrenza a chiudere o a rinunciare a rilevare attività commerciali. In un caso in particolare, riferiscono gli inquirenti, è stato dato fuoco al deposito di attrezzi di un imprenditore del posto per farlo desistere. Fra le persone arrestate vi sono anche due guardie particolari giurate in servizio presso il locale consorzio di guardie campestri, indagate anche per alcuni episodi di induzione indebita a dare o promettere utilità. In particolare, hanno riferito gli inquirenti, durante il proprio servizio, cogliendo in flagranza dei ladri, li avrebbero minacciati di fare intervenire le forze di polizia se non avessero consegnato loro denaro, in cambio dell’impunità. Furti, danneggiamenti e incendi venivano usati per intimidire ma anche per il cosiddetto «cavallo di ritorno": gli indagati, dopo aver rubato mezzi agricoli, costringevano i proprietari a consegnargli denaro per tornarne in possesso. Fra i numerosi episodi contestati, vi è quello di uno degli indagati che, con un’altra persona, sparò a due cani randagi con un fucile da caccia detenuto illegalmente, uccidendone uno e ferendo l’altro. Secondo quanto stimato, l’ammontare complessivo dei danni provocati e il valore dei mezzi e delle attrezzature rubate, dei danni e dei furti perpetrati, si aggira sui 425.000 euro.
Procuratore Nitti: «Molto bene, ma si può fare tanto»
Con questa operazione «si è data una risposta importante, significa che si può fare tanto, si può fare qualcosa in più, abbiamo però necessità di strumenti, strumenti che non sono ancora sufficienti». Lo ha detto ai giornalisti il procuratore di Trani, Renato Nitti, a margine della conferenza stampa sui 17 arresti per estorsioni, furti, danneggiamenti e detenzione di armi nella Murgia.
«Oggi possiamo dire con certezza che quanto avevamo detto nei mesi passati - ha aggiunto - e che cioè c'era una situazione di abbandono delle aree rurali, è riscontrato, ci sono i documenti a dirlo». «Abbiamo accertato casi in cui alcuni agricoltori sono stati sottoposti a molteplici episodi di danneggiamento e parliamo dell’abbattimento di decine e decine di piante in un unico contesto - prosegue Nitti - che si sono ripetute più volte nel corso del medesimo anno».
«Rispetto a questi fatti e alla circostanza che costoro subivano delle richieste di pagamento di somme di denaro, di affidarsi alla guardiania di qualcuno, noi abbiamo saputo ben poco - spiega - abbiamo saputo che c'erano stati dei danneggiamenti, quando lo abbiamo saputo». «Ora - conclude il capo della procura - sarà necessario accertare altri episodi come questi e ci aspettiamo una maggiore collaborazione, se tutto questo, le indagini, le ordinanze incoraggerà i coltivatori a fornire una collaborazione maggiore, sarà importante».