Ci sono i 20 milioni stanziati dal Governo con il decreto “Indennizzi” e in aggiunta, in Puglia, la Regione ne ha stanziati altri tre per fronteggiare il “caro gasolio” così da fare tornare in mare le barche e consentire la ripresa delle attività di pesca, in attesa che la crisi energetica esplosa insieme al conflitto russo – ucraino dia tregua non solo al comparto pesca, in tutto il Paese. Si tratta di risorse necessarie ma, probabilmente, insufficienti. Ne è convinta la Cgil e, a tal proposito, Gaetano Riglietti, segretario generale della Flai Cgil della Bat, fra i territori più colpiti per la presenza di ben quattro marinerie (Barletta, Trani, Bisceglie e Margherita di Savoia) punta i riflettori sulla posizione dei lavoratori del comparto, i pescatori, che di tali risorse pare non beneficeranno in maniera diretta e che a Barletta protestano da giorni all’ingresso del porto, con l’intento di andare avanti ad oltranza.
“I lavoratori dipendenti – dice il sindacalista – sono quelli che pagheranno il prezzo più alto di questa crisi perché le giornate perse non gliele ripagherà nessuno”. “Ok l’abbattimento del prezzo del gasolio arrivato alle stelle, ok gli indennizzi, va tutto bene ed è giusto, ma questo non riguarda direttamente i lavoratori, nel decreto indennizzi non è previsto un capitolo per loro”, spiega Riglietti.
“Il caro gasolio grava tantissimo sui lavoratori dipendenti, penalizzati, fra l’altro, anche dal cosiddetto salario ‘alla parte’, ovvero una retribuzione composta da una parte fissa e una variabile”, dice Riglietti. Un’altra penalizzazione che incide in maniera importante in questo momento è rappresentata anche dalla circostanza per cui “il fermo pesca per il 2021 non è stato ancora erogato e sta mettendo in ginocchio la categoria”, riferisce sempre il sindacalista.
“Ecco perché puntiamo sulla Cisoa, la Cassa integrazione salariale per gli operai, giacché se le risorse per far fronte alla crisi per noi sono poche, per i lavoratori non ce ne sono proprio”, ribadisce il segretario generale Bat della Flai Cgil.
Dopo il tavolo di crisi riunitosi alla Regione Puglia il 31 maggio scorso, con gli assessori regionali all’Agricoltura e Pesca Donato Pentassuglia e al Bilancio Raffele Piemontese, a cui la Flai Cgil ha preso parte con Mara Viniero, insieme alle altre sigle sindacali, collegate da remoto, Fai Cisl Puglia e Uila Pesca Puglia, e alle associazioni datoriali Legapesca, Federpesca, Coldiretti e Agci, e lo stanziamento dei tre milioni aggiuntivi a quelli del Governo da parte della Regione, per Riglietti “occorre uno sforzo maggiore per attivare velocemente norme e procedure per la piena applicazione della Cisoa nel settore pesca, oltre alla necessità di prorogare le scadenze fiscali”. In quella occasione, inoltre, il sindacato ha chiesto di istituire un tavolo permanente in grado di monitorare gli andamenti del settore Pesca.
“Il nostro auspicio – conclude Riglietti - è che tutte le richieste vengano accolte, quelle delle imprese di pesca e quelle dei lavoratori del comparto, per non rischiare che scompaia uno dei più antichi mestieri al mondo”.