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Trani, ci vogliono quattro anni per il nuovo parco

Trani, ci vogliono quattro anni per il nuovo parco

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, ci vogliono quattro anni per il nuovo parco

Una zona di Trani interessata dal Parco

L'opera pubblica sorgerà nell’area dell’ex distilleria, accanto al castello

Venerdì 18 Marzo 2022, 12:10

TRANI - Da marzo 2022 a marzo 2026: per tanti si tratterebbe di quattro, lunghi anni. Ma per la civica amministrazione, quando si fa riferimento ad una grande ex distilleria da demolire e ad un parco da realizzare al suo posto, insieme con tutta un’altra serie di opere previste intorno, è un tempo destinato letteralmente a volare. Peraltro, se non si facesse in tempo a fare le cose entro i quattro anni, a volare via il finanziamento di 15 milioni di euro nell’ambito del bando Pinqua, specificatamente dedicato alla riqualificazione di siti degradati in nome della qualità della vita e dell’abitare.

E allora, in vista della realizzazione del nuovo parco al posto dell’ex distilleria, che si estenderà dal castello svevo fino all’area dell’ex macello, la giunta comunale ha corretto il tiro approvando un nuovo atto di indirizzo in merito a Pinqua costa nord.
Infatti, così viene chiamato il progetto che non sarà più realizzato attraverso un protocollo di Intesa con la proprietà privata, ma avviando una procedura espropriativa delle aree della stessa proprietà, vale a dire l’ex distilleria Angelini, in prospettiva della realizzazione del nuovo parco urbano attrezzato denominato «Villa comunale della costa nord». Il 1° marzo, in risposto al bando nazionale del «Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare», il dirigente dell’Area urbanistica, Francesco Gianferrini, affidava alla società Finepro, del collega architetto Michele Sgobba, l’incarico per redigere la proposta preliminare per la partecipazione al programma.

La candidatura avveniva con successo, grazie alla presentazione di un progetto così articolato: nuovo parco urbano «Villa comunale» della costa nord, per un importo di 1.065.000 euro; spazi pedonali e attrezzature tra le maglie di ristrutturazione urbanistica della costa nord, per 1.252.250 euro; pista ciclabile adriatica, velostazione e promenade lungo la costa nord, al costo di 112.500 euro; nuove aree a parcheggio pubblico a raso sulla costa nord, per l’importo di 70.000 euro; bonifica, messa in sicurezza e riqualificazione ambientale della costa nord” per un importo di 962.000; implementazione dell’impianto di trattamento reflui, per 210.000 euro; completamento del recupero edilizio dell’immobile pubblico già macello comunale, per realizzare alloggi di cohousing, per un importo di 1.550.000 euro; opere di mitigazione ambientale dell’impianto di trattamento reflui dell’isola ecologica, pari a 175.000 euro; pedonalizzazione di piazza Re Manfredi e via Fra’ Diego Alvarez, per un importo di 1.470.000 euro; riqualificazione di via Lionelli per spazi verdi e di servizio alla residenza, spesa prevista 1.384.250 euro; realizzazione di edifici di social housing per un importo di 6.750.000 euro.

In questo scenario era stato sottoscritto un accodo non vincolante, tra il Comune di Trani e la società Guastamacchia, proprietaria dell’ex distilleria Angelini, con il quale la società si dichiarava disponibile a cedere gratuitamente, previa bonifica, alcune aree rientranti nell’ambito di intervento. L’amministrazione comunale, in cambio, si impegnava a promuovere, adottare ed approvare una variante urbanistica al vigente Piano urbanistico generale, tale da modificare la destinazione urbanistica di una parte residuale del suolo Guastamacchia da Zona per edilizia giudiziaria a residenziale. Dopo l’approvazione della graduatoria ed il riconoscimento del finanziamento, però, il Governo ha chiarito che il cronoprogramma non si dovesse completare entro il 2033, come inizialmente previsto. Al contrario, tenuto conto dei termini fissati dal Piani nazionale di ripresa e resilienza, la nuova scadenza è stata fissata al 31 marzo 2026. In ragione di ciò agli enti ammessi a finanziamento, Comune di Trani compreso, è stato concesso trasmettere un cronoprogramma rimodulato compatibilmente con la nuova scadenza, pena la perdita dei fondi. Di conseguenza, la procedure più rapida per non perdere il finanziamento è risultata essere la procedura espropriativa finalizzata all’acquisizione, mediante risorse comunali, delle aree di proprietà privata.
E la Finepro ha intanto aggiornato il suo studio di fattibilità, prevedendovi ulteriori servizi a beneficio del complessivo intervento già previsto.

In altre parole, non ci sarà alcuna variante urbanistica, la società Gustamacchia non costruirà più sulle sue aree marginali ed il Comune vi potrà prevedere servizi perché tali aree sono già standard e tali resteranno. «Non v’è dubbio che la nuova tempistica imposta dal Ministero - si legge nella delibera di giunta -, di 365 giorni per la determina a contrarre per l’affidamento dei lavori, era del tutto incompatibile con la modalità di acquisizione dell’area originariamente prevista con la variante urbanistica. Infatti la nuova proposta, così come rimodulata, è stata definitivamente ammessa a finanziamento».
Ne discendono l’avvio del procedimento di esproprio e la revoca di quello finalizzato all’approvazione della variante urbanistica.
Manca solo di conoscere il progetto rimodulato, che l’esecutivo ha mancato di allegare al suo provvedimento: il percorso appare chiaro, ma come si manifesterà è ad oggi un mistero e tutto quello che oggi si possiede, fra rendering e planimetrie, fa parte di una prospettazione già superata. Auspichiamo una doverosa operazione trasparenza nel più breve tempo possibile.

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