ANDRIA - La Provincia Barletta-Andria-Trani entra ufficialmente nel Distretto Agroalimentare di Qualità Puglia Federiciana, un progetto che mira alla promozione dei prodotti agroalimentari del territorio, del turismo che ne deriva e ad una gestione sostenibile delle risorse locali. Dopo il foggiano è la sesta provincia pugliese a farne parte, allargando così una rete fatta di imprese locali come aziende e frantoi, Gruppo di Azione Locale e organizzazioni datoriali. Un connubio sinonimo di qualità, perché protagoniste sono proprio le eccellenze dei territori che fanno parte del Distretto. Ieri mattina, nella sala consiliare del comune di Andria, è stato presentato l’allargamento dell’iniziativa alla Bat, dopo il via libera arrivato dalla Regione Puglia. Presenti, tra gli altri, istituzioni e imprenditori. A presiedere c’era il presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità Puglia Federiciana, Onofrio Giuliano, il quale ha spiegato che sono quasi 200 i soci dell’iniziativa, circa 35mila le imprese dell’agroalimentare aderenti, senza contare quelle del settore turistico-ricettivo che presto verranno coinvolte.
LE CIFRE - «Grazie a questo allargamento l’identità del Distretto assume proporzioni inimmaginabili - racconta Giuliano -. Oggi copriamo una superficie di circa 8.500 chilometri quadrati, con all’interno 72 comuni. Il Distretto più grande di Puglia, e forse tra i più vasti in Italia. Mettere insieme un territorio così vasto e variegato, in termini di capacità produttive, non è semplice. Cosa porterà? Il Distretto è uno strumento di finanza agevolata, quindi può portare a tante opportunità di crescita e adeguamento alle nuove tecnologie. L’obiettivo, fra gli altri, è quello di brandizzare la Puglia e i suoi prodotti tipici d’eccellenza. Un esempio? Il parmigiano reggiano o il Chianti classico». Il Distretto si propone dunque come un ponte per settori come il grano duro e cerealicoltura, vitivinicoltura, olivicoltura, ortofrutta, allevamento, e floricoltura verso il futuro.
I PROBLEMI - Certo le criticità ad oggi non mancano nel comparto agroalimentare, ma il presidente Onofrio Giuliano ha la ricetta giusta per superarle: «La difficoltà maggiore è la burocrazia. Spesso è motivo di stallo nei percorsi di crescita del territorio. Il Distretto è in grado di superare questo ostacolo in quanto soggetto che si pone fra impresa e Ministero delle Politiche Agricole. Un valore aggiunto», conclude Giuliano. Nel consiglio d’amministrazione ci sono rappresentati dell’imprenditoria locale come Onofrio Spagnoletti Zeuli e Nunzio Liso. Questi ultimi si sono detti soddisfatti di un allargamento al proprio territorio che senz’altro rappresenta un valore aggiunto.
LA VALORIZZAZIONE - «Ci auguriamo che questo strumento valorizzi la nostra terra - spiega Spagnoletti Zeuli - non solo in termini di prodotto, ma soprattutto per quel che concerne il turismo. La Puglia sta vivendo un buon momento da questo punto di vista, ma manca ancora qualcosa tra Foggia e Bat. Serve un binomio territorio-produzione che superi i confini nazionali e porti a nuove occupazioni. Poi bisogna essere sostenibili, meno inquinamento e più aziende biologiche ed integrate. Così si diventa attrattivi», chiude Spagnoletti Zeuli. Per perseguire tutti questi obiettivi il Distretto Agroalimentare di Qualità Puglia Federiciana ha già presentato tre progetti al Ministero delle Politiche Agricole, uno già approvato con successo, altri due in via di approvazione e secondo Nunzio Liso è solo questione di tempo. «Questi progetti, oltre al via libera della Regione Puglia all’allargamento del Distretto alla provincia Bat, consentiranno uno slancio importante per poter essere ancor più rappresentativi» spiega Liso.