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Paesaggi e pregiudizi, come è corta la distanza dalla Colombia alla Bat

 
Erica Mou

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Erica Mou

Paesaggi e pregiudizi, come è corta la distanza dalla Colombia alla Bat

Com’è faticoso cambiare punto di vista

Domenica 20 Febbraio 2022, 08:00

Vi immagino seduti in un bar, con il cornetto ben saldo nella mano sinistra, da poco igienizzata, mentre con la destra sfogliate il giornale, questo giornale, felici di ritrovarlo sul tavolino dopo mesi di assenza. È domenica e oggi potreste concedervi uno strappo alla regola, una bustina di zucchero nel caffè, un lungo tempo tra le lenzuola prima di alzarvi dal letto, una email a cui non rispondere, un allenamento da rimandare. Eppure è proprio la domenica il giorno più prevedibile di tutti, rassicurante e malinconico.

Vi scrivo da una domenica insolita, da una cittadina in Colombia. «Che ci vai a fare in Colombia? Stai attenta», mi hanno avvertita tutti. «Ehi, al ritorno porta qualcosa di buono!», hanno detto i più disinvolti per ironizzare un po’. Criminalità, droga. Abbiamo tutti preso lezioni di geografia da Narcos, una delle serie tv più amate di sempre.
E forse è per questo che nei venti giorni a rimbalzare da un angolo all’altro di questo meraviglioso Paese, tra città popolatissime, deserti di terra rossa, sculture di Botero, spiagge caraibiche, foreste e piantagioni di caffè, non ho incontrato nessun italiano. Gli italiani sono ovunque, si sa. E in particolar modo i pugliesi. Ad aprire pizzerie, a condurre ricerche scientifiche, a visitare luoghi lontani per la gioia di rientrare a casa e dire che la qualità della vita altrove è senza dubbio più alta ma vuoi mettere la bontà del nostro cibo. Eppure qui non ho trovato nessun viso che parli la mia lingua. E, in uno spagnolo improvvisato, ieri mattina a Medellín mi sono ritrovata ad avere la seguente conversazione:
Sei italiana? «Sì!» Di dove? «Della Puglia». Dove si trova, al Nord? «No, al Sud«. Ah, dove c’è la mafia!
Non ci potevo credere. Ero appena stata vittima dello stesso identico pregiudizio col quale ero arrivata qui.
Pare, quindi, che la bellezza viaggi lentamente ovunque al contrario della paura, che si muove sempre veloce e insidiosa.
Com’è faticoso cambiare punto di vista. Grattare con una moneta i preconcetti sedimentati in una vita, per scoprire di avere tra le mani un biglietto vincente, per un orizzonte nuovo. Pensare che dietro ogni luce accesa alla sera ci sta una vita che non immaginiamo. Così come dietro ogni mano che regge un cornetto, sfogliando distrattamente una pagina di giornale in un bar, una domenica mattina.

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