Pianista, influencer da un milione e mezzo di follower, ma soprattutto giovane con un grande cuore, che porta avanti progetti di musicoterapia per i bambini, negli ospedali e nei campi di guerra: è Pietro Morello, 22enne torinese che sabato 3 luglio alle 19 sarà sul palco della terza edizione del TEDx Barletta. Nella piazza d’armi del Castello quest’anno si parlerà di «Vita Nova», tra ripartenza e rinascita. E Morello sarà uno degli speaker che si alterneranno nella conferenza-spettacolo.
Cosa vedremo sul palco? Può darci qualche anticipazione?
«Sono prontissimo, la mia idea è quella di sfruttare i dieci minuti che avrò per suonare un paio di brani introducendoli bene, spiegando come sono nati, con quali bambini, in quali parti del mondo. Ci tengo a raccontare del mio impegno»
Il tema di questa edizione è Vita Nova, partendo da Dante e arrivando ai cambiamenti dei giorni nostri. Qual è stata la sua evoluzione più rappresentativa?
«Nell’ultimo anno è cambiato tutto, avevo piani di vita specifici, legati a missioni umanitarie, che si sono modificati e arricchiti, con possibilità lavorative diverse. Il Covid mi ha permesso di restare a casa e dedicarmi ai social, regalandomi un megafono potente che non vedo l’ora di sfruttare per diffondere i miei messaggi»
Social, una parola da cui oggi non si può più prescindere. In che direzione stiamo andando?
«È una medaglia a due facce. La prima è positiva, l’opportunità che regalano a persone che partono dal nulla e riescono a farsi sentire, tutto in maniera gratuita, basta avere un dispositivo. La faccia negativa è proprio il fatto che sia gratis, in mano a chiunque, non richiede formazione pedagogica o culturale. Ed ecco che assistiamo a episodi di distruzione di massa, insulti, fraintendimenti. Sono difficili da combattere, ma combattiamoli!»
La sua generazione si sta dimostrando in gamba, impegnata nel sociale, dall’ambiente ai temi lgbt. Che giudizio le dà?
«In realtà i giovani erano impegnati anche negli anni ‘60 e ‘70, poi un periodo di stallo, in cui l’onda è diminuita, e ora c’è il picco. I social in questo hanno un ruolo più importante dei giornali per la loro informazione in tempo reale. Il fatto che quest’epoca sia così dominata dai media ha creato un attivismo diverso, meno da piazza e più sottile. Ho giudizi positivi, ma soprattutto tante speranze»
La musica è ancora in grado di lanciare grandi messaggi?
«Lo è e lo sarà sempre, ma non viene sfruttata in questo modo. Ad oggi è vista come mezzo per fare soldi, adattata in per essere utilizzabile sui social e vendere. È la prassi»
Progetti imminenti?
«Tanti. A breve andrò in Kenya, poi in Ruanda a novembre, faremo girare un pianoforte per finanziare borse di studio e insegnare arte ai bambini»
Pensando alla “Vita Nova”, qual è il traguardo di cui è più orgoglioso?
«La ricerca della felicità, obiettivo che non si raggiunge mai. So che non mi siederò mai sugli allori, ma tutto ciò che faccio è per lei»