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L’antica «Canusium» è una favola per tutti

 
Enrica Simonetti

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Enrica Simonetti

L’antica «Canusium» è una favola per tutti

Il libro-racconto di Paolo Pinnelli: un percorso dell’anima

Mercoledì 09 Giugno 2021, 18:50

La favola comincia con un eroe di tutto rispetto, quel Diomede che ci fa sognare isole e mari lontani, combattenti valorosi e sfide agli dèi. Eppure c'è una città che non ha il mare ma la potenza della storia antica a farne una possente testimone di rarità e di bellezza: è l'antica Canusium, culla della civiltà, una città pugliese che Diomede scoprì e creò, fondandola, attratto dalla dolcezza del clima e dalla vicinanza al fiume Ofanto, quella Kanysion che forse trae il suo nome dalle canne cullate dal vento.

Ma leggenda e mito si rincorrono tra tempietti e tracce preistoriche, fino a portarci in un luogo che merita ogni rispetto e ogni sacralità, perché da allora ai nostri giorni, porta con sé il candore dell'arte, la potenza della mitologia, il valore dell'archeologia e la testimonianza dei secoli successivi. Ne fa quasi un romanzo e quasi un viaggio infinito il giornalista della Gazzetta Paolo Pinnelli, nel suo libro Canosa si racconta, una guida della memoria che è uscita per le Edizioni della Fondazione Archeologica Canosina (pp. 189, www. Canusium.it), un volume illustrato che consegna una favola moderna e antica, piena di storie e di curiosità, appassionata, carica di quell'orgoglio dell'identità che il Sud spesso dimentica e che qui invece ha casa, pagine, voglia di aprirsi alle future generazioni.

Paolo Pinnelli, anzi il Raghèzzo Paolo, come lo definisce Lino Banfi nella sua presentazione (non chiamatela prefazione, sottolinea Banfi e motiva con ironia!) ha condotto un'operazione che sembra far rinascere dagli ipogei e dalle meraviglie archeologiche della città ogni segreto intimo. Una lunga storia cominciata da una serie di articoli sul nostro giornale, diventati poi un percorso sociale e storico, un itinerario capace di spiegare dove nasce e dove va questa città ofantina dal passato rigoglioso in ogni era. Lo stile è quello della favola, ma attenzione, nulla è fantasia, perché la Storia e le storie sono tutte vere e lo stile dell'autore ci conduce a scoprirle e ad amarle.
Andiamo a zonzo tra i capitoli e quindi a zonzo per lòa città incantata: eccoci nella Tomba degli Ori, che pensate è rimasta nascosta fino agli Anni Venti e poi «ritrovata» negli anni Novanta, come molti altri tesori di questa città, grazie alla sfida e alla resilienza di coloro che hanno voluto creare la Fondazione Archeologica Canosina, togliendo finalmente il velo a quei misteri seppelliti sotto la pietra, tra i palazzi, negli androni, nei sotterranei meravigliosi che adesso vengono visitati e apprezzati dal turismo internazionale.

Non è una guida turistica questa, ci mancherebbe perché il viaggio è un racconto da leggere prima di percorrere le strade o anche dopo averle vissute, da cittadini, in quella conoscenza-ignoranza che spesso caratterizza noi stessi abitanti di un luogo. E Canosa ne ha da mostrare di stranezze e di sotterranei: la stessa regina Carolina Bonaparte fu affascinata dall'ipogeo Monterisi, tanto da volerne una riproduzione per la sua reggia, addirittura a grandezza naturale. O l'ipogeo Varrese, o il segno dell'alleanza con Roma costruito in quel tempio di Minerva divenuto Basilica di San Leucio. Camminare: Canosa ha sentieri infiniti, ha angoli che richiamano la Roma antica ma pure gli echi del mondo greco; ecco la Canosa cristiana, ecco San Sabino e il Battistero di San Giovanni; ecco le tracce di Boemondo o quelle dell'antica signoria del Grimaldi. Pensiamo di conoscere già tutto, ma tra queste pagine ci accorgiamo che tanta Storia e tante epigrafi ci sono mute.

Provate a leggere la storia del teatro Lembo o a godere della bellezza delle tracce rinascimentali: quale città ha tanto da raccontare? A volte pare che la favola sia davvero irreale, tanto ricca e incredibilmente favolosa appare ai lettori di questo libro-racconto nella cui postfazione lo stesso Sergio Fontana (presidente della Fondazione Archeologica Canosina) traccia il significato, spiegando come il racconto antico diventi un racconto del futuro. Ad un illustratore dal tratto deciso, Francesco Persichella, in arte Piskv, giovane architetto e visual artist, è spettato il compito di consegnare un'immagine della Canusium e della Canosa attuale, quasi una testimonianza visiva del racconto, una poesia nella poesia della Storia.
E viaggiando tra le pagine o nell’aria dolce di questa città, resta la voglia di sfogliare la Puglia, una meta interiore, non un logo, ma un Luogo.

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