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Barletta, Legambiente chiede di salvare il pino di via Vittorio Veneto

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

Barletta, Legambiente chiede di salvare il pino di via Vittorio Veneto

C’è un’ordinanza dal giudice, ma il Comune non si è inspiegabilmente costituito nel giudizio intentato dal privato

Giovedì 24 Dicembre 2020, 18:56

BARLETTA - «No all’abbattimento del pino in via Vittorio Veneto», ora scende in campo Legambiente. «Il pinus pinea monumentale che insiste nei pressi dello stadio Puttilli - sottolinea Raffaele Corvasce, presidente del circolo cittadino di Legambiente - è ormai prossimo all’abbattimento. Così ha stabilito il giudice nell’ambito di un procedimento cautelare avviato da un privato cittadino, la cui proprietà privata adiacente sarebbe minacciata da questo meraviglioso albero».

In sintesi: il giudice monocratico del Tribunale di Trani, Luigi Mancini, si è espresso con ordinanza su ricorso presentato dall’avv. Giuseppe Bufo (che è anche consigliere comunale eletto nella Lista Cannito Sindaco), in nome per conto del proprietario della villa, Leonardo Prascina. Il Comune di Barletta, pur avendo ricevuto regolare notifica della citazione in giudizio - come si rileva nel provedimento del giudice - è risultato contumace, perché non si è costituito in giudizio. In altre parole, è come se a una partita di calcio si presentino una squadra, l’arbitro e l’altra, invece, no. Resta da approfondire la ragione per la quale il Comune, convenuto in giudizio, non si sia presentato, ma al momento non sono giunte delucidazioni da Palazzo di Città.

«Il pino secolare - continua Corvasce - è un esemplare secolare di oltre cento anni, piantumato lungo la cortina arborea dell’ex distilleria agli inizi del XX secolo. Un albero che ha sopportato e si è adattato egregiamente alle sollecitazioni provocate negli anni dagli agenti atmosferici e dagli interventi di urbanizzazione dell’area circostante. Eppure la consulenza tecnica disposta dal Tribunale di Trani e a firma dell’agronomo Vincenzo Betti ne ha decretato l’abbattimento, addirittura classificandolo come albero a forte rischio caduta (categoria D). Si può affermare, sulla base di alcuni pareri recepiti da esperti del settore, che tale valutazione sia sproporzionata e che l’albero possa salvarsi garantendo al tempo stesso la sicurezza dei suoi vicini di casa».

Ancora: «È grave e singolare la mancata costituzione in giudizio del Comune, che non ha fatto nulla per difendere un esemplare di assoluto rilievo del patrimonio arboreo cittadino. Eppure proprio lo stesso Ufficio comunale preposto alle Manutenzioni si è speso (tardivamente) con deduzioni contrarie all’abbattimento, concordando in buona sostanza con quanto da noi sostenuto: l’albero è sano e non è a rischio caduta. Perché allora non il Comune non ha proceduto alla costituzione in giudizio o non ha proposto reclamo all’ordinanza del giudice? Tanta indifferenza e inerzia generano incredulità e perplessità. Ora il Comune salvi in extremis quell’albero e la cittadinanza ci sostenga in questa vicenda da teatro dell’assurdo».

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