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Barletta concorso vigili, solo 8 «superstiti»

 
rino daloiso

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rino daloiso

Barletta, concorso vigili, solo 8 «superstiti»

Si presentano in 450 alla prova preselettiva, la supera il 5% dei candidati. Troppo alto l’ostacolo preliminare da superare o troppo insufficiente la preparazione dei concorrenti?

Lunedì 10 Agosto 2020, 13:11

13:12

BARLETTA - Troppo alto l’ostacolo preliminare da superare o troppo insufficiente la preparazione degli aspiranti 450 vigili urbani provenienti da tutta Italia che si sono presentati il 3 agosto alla prova preselettiva in programma al PalaDisfida «Mario Borgia»? Chissà.

I POSTI - Certo è che di quei 450 ne sono sopravvissuti solamente 8 e il Comune di Barletta è tuttora alla ricerca di 12 nuovi vigili da inserire in organico (secondo le previsioni, 9 nel 2020 e altri 3 nel 2021).

Previsioni che ora andranno rivedute e corrette, perché poi occorrerà vedere quanti degli 8 candidati superstiti supereranno le altre 6 prove in programma (guida di una moto o di un veicolo in dotazione alla Polizia locale; conoscenza della lingua inglese; uso dei supporti informatici: due prove scritte e una orale), oltre al test psicologico-attitudinale.

E pensare che fino al termine del 12 giugno scorso erano stati ben 961 a rispondere al bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, di Agente di Polizia Locale - Categoria C1, a tempo pieno e indeterminato. Trattamento annuo tabellare previsto: 20mila 344 euro, più indennità di vigilanza, tredicesima mensilità come per legge, indennità di comparto, indennità e salario accessorio decentrati.

Lo svolgimento delle prove (causa Covid-19) aveva subìto uno slittamento da aprile ad agosto. Adesso il superlavoro cui sembrava destinata la commissione esaminatrice composta dal presidente Vincenzo Russo (dirigente del Comune di Lecco) e dai componenti esperti Manuela Schibeci (funzionario coordinatore di vigilanza Comune di Terni), Gabriele Tacchia (funzionario/ comandante di Polizia locale del Comune di Umbertide, sempre in Umbria) e dai componenti aggiunti (Erika Confalone per la lingua inglese; Margherita Fano per l’informatica; Francesca Lacerenza per la psicologia del lavoro; Anna Caporusso, funzionario del Comune di Barletta, segretario verbalizzante), si è ridotto sensibilmente.

LA RIFLESSIONE - Ma una riflessione e un approfondimento andrebbero comunque fatti: a cosa è dovuta questa sorprendente «morìa» di candidati? I quesiti preliminari erano calibrati bene oppure hanno anticipato una verifica di conoscenze e competenze degli aspiranti agenti di Polizia municipale che avrebbe dovuto essere effettuata nelle prove successive? Oppure ancora: è così malridotto il sistema italiano dell’istruzione tanto da non riuscire a formare laureati e diplomati in grado di affrontare con successo un test preselettivo di tal fatta?

O si tratta di un sistema talmente involuto e paradossale da portare 9 laureati (anche con il massimo dei voti) e 4 diplomati a ricoprire la qualifica di netturbino dal 2 gennaio scorso a Barletta e non in grado di creare una platea accettabile per la scelta dei vigili urbani dei prossimi anni? Nel primo caso, siamo di fronte ad un «sovradimensionamento» (di necessità, di volontà, fate voi), mentre nella seconda circostanza il «sottodimensionamento» è così pervasivo e irrimediabile?

LA PREVISIONE - Così alcune delle previsioni del bando: «La prova scritta, a contenuto teorico, rivolta alla verifica del possesso di competenze che afferiscono allo specifico profilo professionale di Agente di Polizia Locale, consisterà in quesiti a risposta sintetica su materie specifiche di competenza della Polizia locale.

La seconda prova scritta sarà corretta solo ai candidati che avranno superato la prima prova scritta.

La prova teorico-pratica consisterà nella redazione di un provvedimento amministrativo/verbale.

I candidati che abbiano riportato nelle prove scritte una votazione di almeno 21/30 per ciascuna prova scritta conseguono l’ammissione al test psico attitudinale. I candidati che supereranno con esito positivo il test psico attitudinale saranno ammessi alla prova orale».

Un percorso che per il 95% degli aspiranti vigili si è rivelato più difficile della scalata dell’Everest: perché?

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