Non ce l'ha fatta Sandro Prodon, morto l'altra notte dopo oltre un mese di coma per aver contratto il virus della rabbia, diretta conseguenza di un morso ricevuto da un cane, nella sua vacanza a Zanzibar, in Tanzania, dello scorso settembre.
Proprio quel viaggio in Africa, tanto desiderato e voluto assieme alla famiglia, si è rivelato fatale per il 45enne andriese. Doveva essere il meritato riposo in una meta da sogno per Sandro, dipendente di un supermarket in pieno centro, dove lavorava fin dall'adolescenza, facendosi apprezzare per la sua gentilezza, simpatia e disponibilità. Quelle caratteristiche ne qualificavano anche il carattere al di fuori dell'ambiente lavorativo.
Risale allo scorso 7 settembre l'arrivo a Zanzibar della famiglia Prodon. Due giorni dopo Sandro è stato morso da un cane durante un'escursione. Purtroppo l'animale, affetto dalla rabbia, ha trasmesso il virus all'uomo. La ferita che non ha pregiudicato l'andamento della vacanza. I primi segnali di malessere si sono manifestati a fine settembre, circa due settimane dopo il rientro ad Andria.
Purtroppo, quando i medici sono riusciti a venire a capo della malattia, gli organi principali erano già stati intaccati dal virus, provocando lo stato di coma che si è trascinato per oltre un mese, fino alla morte avvenuta lo scorso mercoledì notte. Inutili il ricovero prima nel reparto Malattie infettive di Bisceglie e poi presso il Policlinico di Bari.
Inutili anche i disperati i tentativi fatti con un luminare americano esperto in materia, che ha seguito via internet l'evoluzione del caso. Sandro lascia la moglie Giuseppina e due figli di 15 e 6 anni. I funerali si tengono oggi pomeriggio alle ore 16, nella chiesa del Santissimo Sacramento.
È una morte che lascia increduli non solo chi conosceva Sandro. Si può ancora morire oggi per il virus della rabbia e per il morso di un cane? Questa la domanda più ricorrente. La rabbia è curabile ma solo se viene scoperta e affrontata per tempo, altrimenti può causare un'infezione mortale negli esseri umani.
È un morbo ancora molto diffuso in Asia e in Africa. Secondo le ultime stime, provoca circa 59 mila decessi ogni anno nel mondo. Può essere trasmessa non solo da cani e gatti, ma anche da pipistrelli, procioni, coyote e puzzole. In Italia, pare che l'ultimo caso risalga al 2011.