Compie 20 anni il coraggioso gesto d’amore e di bontà di una suocera che, attraverso la donazione di un rene, salvò la vita di suo genero. Un compleanno che non passa inosservato tra coloro che a livello istituzionale, socio-sanitario a associativo danno il loro contributo a sostegno dei trapiantati e della diffusione delle donazioni degli organi.
Domani, venerdì 11 gennaio, alle ore 11.30, presso la sede dell’Associazione Trapiantati Alba, sita nella ex cappella del vecchio ospedale, saranno in tanti a celebrare il generoso gesto della signora Rosa Distaso, a conforto della bontà di una procedura chirurgica al quale il Centro Nazionale Trapianti sta dando maggiore impulso.
La signora Rosa è stata una pioniera nel territorio provinciale con un gesto che porta alla ribalta l’importanza e la qualità del trapianto da vivente, il quale farebbe fronte alla cronica penuria di organi, nonostante l’incessante opera dell’Aido e delle associazioni impegnate quotidianamente nel diffondere nella collettività una maggiore sensibilità alle tematiche della donazione. Il trapianto di rene da donatore vivente, offre dei vantaggi rispetto al trapianto da donatore deceduto, rappresentati da una migliore sopravvivenza del paziente e del rene trapiantato e dalla possibilità di programmare l’intervento, riducendo il tempo di attesa in dialisi o evitandolo del tutto, con un conseguente risparmio non indifferente in termini di costi per il sistema sanitario nazionale. Il trapianto di Giovanni, eseguito dall’equipe del prof. Pasquale Berlocco del Policlinico “Umberto I” di Roma, è stato, tra quelli da donatore vivente, uno dei più longevi nella provincia, ma per il suo epilogo ci sono voluti due lustri.
Aveva 17 anni quando, allora teenager, gli viene diagnosticata una glomerulonefrite membrano-proliferativa di tipo 1, che lo porta inevitabilmente a sostenere complessivamente un iter diagnostico e dialittico durato dieci anni, intervallato da un precedente trapianto che, purtroppo, ebbe dopo tre anni un rigetto cronico che lo portò alla perdita dell’organo, con la conseguente ripresa del trattamento emodialittico. Con il passare dei mesi le sue condizioni peggioravano inesorabilmente e, come un arcobaleno dopo un temporale, arriva la coraggiosa decisione della signora Rosa di sottoporsi ai numerosi controlli ed esami per il successivo trapianto. Sono stati anni intensi per Giovanni che ogni giorno sorride alla nuova vita donatagli dalla sua “seconda” madre, consapevole anche che il mantenimento del rene passa anche attraverso il rispetto del periodico follow-up che puntualmente esegue presso la Nefrologia di Barletta del dott. Salvatore Di Paolo e il Policlinico Umberto I di Roma, dove viene sottoposto ad indagini immunologiche al fine di prevenire nuovi episodi di rigetto. Per celebrare questo traguardo il presidente dell’Associazione Alba, Amelio Paparella, consegnerà una targa ricordo alla signora Rosa per il nobile gesto di altruismo in barba al luogo comune tipicamente mediterraneo che vuole che le suocere e i generi non vadano spesso d’accordo.